“Non voglio fare polemica ma lasciatemi dire. Penso allo statista Luigi De Maio. E non perchè considera la riforma costituzionale come una minaccia e l’ha paragonata alla dittatura di Pinochet in Venezuela e non in Cile ma questo non è poi così importante, si può sbagliare. Certo, volevano fare la storia ma invece hanno rifatto la geografia, ma la cosa più grave e considerare la riforma un rischio per la democrazia paragonandola ad una dittatura che ha ucciso tanta gente. Io sono stato in Cile. Ho visto le camere dove torturavano la gente”. Renzi ha preso di mira anche il fronte del No: “Mi chiedo perché autorevoli rappresentanti del No non hanno fatto nulla quando potevano essere decisivi. Si parla di riforme da 30 anni ma nessuno ha mai fatto nulla. Si è parlato di riforma nel 1982 quando a governare era un mio concittadino Spadolini, poi Craxi e la commissione Bozzi, le commissioni De Mita e Iotti, la riforma di D’Alema, quella del centrosinistra, di Berlusconi per finire con il comitato dei saggi. Non hanno mai fatto nulla”. Ed ancora: “Ma quale sarebbe il rischio per la democrazia? I poteri del Presidente del Consiglio non vengono toccati. Ci sarà una sola Camera che darà la fiducia e finirà il ping pong delle leggi da una Camera all’altro. Bicameralismo perfetto che nessuno vuole. Poi quando lo cambi si lamentano. Con la vittoria del Sì verrà abolito il Cnel. C’è qualcuno che intende mantenerlo? E’ inutile, mi dispiace dirlo ma è così. Del resto sono ancora alla ricerca di chi ne fa parte. Si rivedono i rapporti tra Stato e Regioni ma le regioni ad autonomia speciale come la vostra continueranno ad avere le loro prerogative”. Dal pubblico arriva un secco: “Questo è un male”. Immediata la replica di Renzi: “Qui non entro nel merito, mi piacerebbe aprire un confronto con voi su questo problema. Renzi ha lasciato il Cinema Ariston dando appuntamento al prossimo 4 dicembre, quando l’Italia dovrà decidere con il referendum costituzionale il nuovo assetto istituzionale. “Se vince il No – ha concluso Renzi – resterà tutto com’è. Non è vero che si farà un’altra riforma e che verrà comunque abolito il bicameralismo perché diranno, non possiamo farlo perché gli elettori si sono pronunciati”.
TRAPANI, RENZI/3: “QUALE SAREBBE IL RISCHIO PER LA DEMOCRAZIA? SE VINCE IL NO RIMARRA’ TUTTO COM’E'”
22 Ottobre 2016
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