In sintesi, o acceleri e porti in aula consiliare la delibera sulla verifica della mia incompatibilità o ti denuncio. Per il momento, ti diffido a farlo. E’ il contenuto dell’atto presentato al presidente del consiglio Peppe Bianco dall’onorevole Mimmo Fazio. Il deputato regionale annuncia l’offensiva contro Bianco e fa anche un po’ di cronistoria: “Incompatibilità che, secondo il sindaco di Trapani Vito Damiano, che per primo ha sollevato la questione con una lettera al presidente del consiglio Bianco, sarebbe intervenuta a causa della lite pendente innanzi il Tribunale di Trapani”. Fazio viene infatti considerato “parte contrapposta al Comune di Trapani chiamato in garanzia per responsabilità oggettiva e solidale per il risarcimento dei danni chiesti da Vito Dolce”. L’onorevole lo scorso 3 luglio ha presentato una memoria alla presidenza del consiglio comunale con le controdeduzioni. Memoria che è tra le carte acquisite dall’ufficio del presidente Bianco. Ed è qui il punto. “Da allora – aggiunge Fazio – tutto tace. Il presidente Bianco non ha chiuso, nè promosso alcuna iniziativa come gli impone la legge per definire il procedimento avviato. E’ tutto fermo nel limbo della incompiutezza, in attesa, secondo alcuni, di tempi migliori”. L’onorevole ha voluto motivare così la sua decisione di diffidare Bianco: “Credo sia onesto e di massima trasparenza giungere ad una conclusione del provvedimento in una direzione o nell’altra”. Fazio, con la sua iniziativa, punta ad ottenere anche un risultato politico, disinnescando una possibile manovra: “Una vera e propria strategia, non dichiarata ma palese nei fatti, nell’alveo della quale si ascriverebbe anche il tentativo di giungere in prossimità della campagna elettorale per le amministrative in questa situazione d’incertezza e confusione, così da subdolamente inquinare la competizione democratica di voci, allusioni e di una cortina fumogena di menzogne sulla mia presunta incompatibilità, da ulteriormente confondere con incompatibilità ed incandidabilità. Non posso di conseguenza tollerare che si perpetui questo immobilismo di comodo sine die”. L’onorevole all’immobilismo intende contrapporre la contro-strategia del “o dentro o fuori”. Delibera in consiglio, aula che si esprime e vota sulla sua eventuale incompatibilità. La palla passa al presidente Bianco che si ritrova ad essere diffidato e con la diffida che vale “come intimazione propedeutica alla richiesta di risarcimento per un eventuale pregiudizio causato dall’inerzia dell’amministrazione, come intimazione propedeutica alla richiesta d’indennizzo e come diffida che finisce per ipotizzare il reato di rifiuto ed omissione di atti d’ufficio.