A 24 ore dall’arrivo della Commissione Antimafia a Trapani – i commissari sono già a Palermo e vi rimarranno fino a domani pomeriggio – Polizia e Guardia di Finanza assestano un duro colpo alla rete di complicità ed al sistema illegale del superlatitante Matteo Messina Denaro. Partanna, Santa Ninfa, Salemi e Gibellina i Comuni interessati da un sequestro di beni da 3 milioni di euro nei confronti di Giovanni Domenico Scimonelli. Viene considerato da forze dell’ordine ed inquirenti “l’anello della catena epistolare facente capo al latitante Messina Denaro”. Il sequestro di beni è stato emesso dal Tribunale di Trapai, sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Questore di Trapani dopo indagini patrimoniali sviluppate da un “gruppo di lavoro” che dal gennaio 2011 ha già portato ad 8 operazioni di sequestro di beni. Scimonelli viene indicato come un “manager impegnato non solo a gestire gli affari dei suoi supermercati <<Despar>> e della sua azienda vinicola <<Occhiodisole srl>>”, ma anche come uomo di raccordo per “incontrare i boss mafiosi con i quali scambiava i pizzini con gli ordini del latitante”. Scimonelli è stato arrestato nell’agosto del 2015 nell’ambito dell’operazione “ERMES”. Nello scorso mese di dicembre Scimonelli è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere perché accusato di essere l’ideatore ed il mandante dell’omicidio di Salvatore Lombardo, freddato, nel maggio del 2009, allo “Smart Cafè” di Partanna. Lombardo venne punito per avere rubato un furgone co a bordo mecerce che era di proprietà di Scimonelli.
I numeri del sequestro di beni
Il sequestro anticipato ai fine della confisca riguarda 8 immobili, 5 beni mobili registrati (autovetture, furgoni, mezzi meccanici, 4 società, partecipazioni azionarie, 15 conti correnti e rapporti bancari di altra natura per un valore complessivo di 3 milioni di euro.