I beni della famiglia mafiosa di Castelvetrano sotto sequestro. Sono riconducibili all’imprenditore Calogero Murania, condannato per estorsione nell’ambito dell’indagine “Mandamento” che, nel dicembre del 2012, aveva potato all’arresto di esponenti di primo piano della famiglia di Cosa Nostra castelvetranese, inseriti, a vario titolo, nella struttura di supporto economico al latitante. Il sequestro, richiesto dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, ha riguardato i Comuni di Castelvetrano, Partanna e Pantelleria ed un patrimonio stimato in circa 6 milioni di euro. Il provvedimento segue le progressioni investigative sulla ricerca di Matteo Messina Denaro che, nell’ambito delle indagini “Mandamento”, avevano già portato al sequestro, a gennaio e dicembre dell’anno scorso, di consistenti patrimoni ingiustamente accumulati attraverso attività illecite. “L’indagine – si legge nella nota Comando provinciale dei Carabinieri – aveva documentato le infiltrazioni di Cosa Nostra nella gestione delle attività economiche nella provincia di trapani ed accertato come la struttura criminale diretta dal latitante Matteo Messina Denaro esercitasse un rigido controllo territoriale finalizzato, tra l’altro, all’acquisizione sistematica dei lavori per la realizzazione degli impianti di produzione delle energie rinnovabili, attraverso l’operato di Sacco Santo, già consigliere provinciale e presidente della commissione lavori pubblici, nonché grazie ad una fitta rete di società controllate, in modo diretto o indiretto, dall’imprenditore salemitano Salvatore Angelo, già sottoposto ad analogo provvedimento ablativo”. Ed ancora: “In tale contesto, Calogero Girolamo Murania veniva indagato e in seguito condannato per estorsione aggravata, realizzata in concorso con Sacco Santo ed attraverso i metodi di intimidazione tipicamente mafiosi, ovvero mediante l’utilizzo di bottiglie incendiarie e la consegna di una testa di vitello all’indirizzo della vittima. Tale condotta, in particolare, veniva realizzata col proposito di acquisire i lavori di realizzazione di un impianto energetico nella provincia di Catania, per cui doveva essere favorita una delle aziende del Murania”.
I beni sequestrati
E’ stato possibile ricondurre al Murania la disponibilità di aziende attive nel settore agricolo, del turismo e delle energie rinnovabili. I ROS dei Carabinieri hanno così potuto sequestrare “Agro verde s.r.l.”, la “Geo expert s.r.l.”, nonchè l’associazione “Agro verde cult”, proprietaria, tra l’altro, dell’immobile in cui è ospitato il “Museo dell’olio e delle olive” di Castelvetrano. “Approfondite analisi bancarie e reddituali – continua la nota del Comando – hanno permesso di acquisire elementi di riscontro circa l’origine sospetta dei capitali impiegati dal Murania per la creazione delle predette realtà economiche, nonchè per la conduzione dei successivi investimenti”. Infine: “Il sequestro, ha avuto quindi per oggetto 4 imprese operanti nei settori agricolo, del turismo e delle energie rinnovabili, 29 beni immobili tra appartamenti, uffici, magazzini e terreni; circa 12 rapporti bancari e finanziari e unsequest autoveicolo”.