Si scrive turismo, si legge aeroporto di Birgi. Al convegno “Turisti per cosa?” c’è stata la prima uscita ufficiale del nuovo presidente dell’Airgest Franco Giudice. “L’aeroporto – ha esordito – ha una struttura industriale e va trattata come tale. Certo, ha anche una valenza sociale, rende possibile il pendolarismo, i viaggi per ragioni mediche o familiari. Ma deve necessariamente rispettare la legge della domanda e dell’offerta”. Ed ancora: “Un aeroporto è forte se c’è una forte ricettività. Ryanair fa tra Ciampino e Fiumicino circa 7 milioni di passeggeri, ma non riceve un solo euro di co-marketing perché attorno c’è Roma con tutta la sua appetibilità. Ryanair non può rimanerne fuori ma nello stesso tempo non ha nulla da chiedere. E si tratta comunque di una compagnia forte, una macchina da guerra che non guarda in faccia a nessuno. Ma di fronte all’attrattività di Roma non può fare altrimenti. Qui la capacità di attrarre turisti è abbastanza bassa. Qualità dell’offerta ed informazioni sono più ricercate dal turista che non dal territorio”. Il presidente di Airgest ha anche fatto il punto sui passeggeri che passano da Birgi: “Fino a 3 anni fa i voli Ryanair erano per il 60% di passeggeri nazionali e 40% internazionali. Nel 2015 i nazionali sono l’80%”. Giudice ha confermato i contatti con Ryanair per pianificare il futuro prossimo: “Ad aprile dell’anno prossimo scade il contratto di co-marketing ed abbiamo avviato un confronto con la compagnia per capire se intende restare e a che condizioni. Lavoriamo per un aumento dei passeggeri internazionali e stiamo cercando di comprendere che tipo di co-marketing si aspetta la Ryanair”. Gli obiettivi dichiarati dal presidente di Airgest nella “trattativa” con Ryanair sono di “allungare almeno di altri 3 anni il contratto di co-marketing. Tenteremo di allungarlo ancora di più. Negozieremo anche la qualità del turista che arriva all’aeroporto di Birgi”. Il bilancio 2015 di Airgest chiuderà in perdita, ma Giudice ha voluto sottolineare che le perdite del “Vincenzo Florio” non sono legate alla gestione complessiva dell’aeroporto ma “per ciò che investe in pubblicità che serve poi per produrre indirettamente reddito per il territorio”. Giudice ha confermato la strategia della Regione che punta alla cessione delle sue quote ma prima, anche con direttive del presidente Rosario Crocetta, sarà necessario valorizzare lo scalo – e gli scali che saranno privatizzati – perché rappresenta una condizione indispensabile per aprire al mercato. Nessun privato potrebbe essere interessato ad un aeroporto che perde milioni di euro all’anno. C’è poi il nodo del 20% delle azioni. Nei processi di privatizzazione è comunque prevista per legge una quota pubblica. Su chi dovrà acquisirla il dibattito è aperto. Potrebbe rimanere la Regione, al momento azionista di maggioranza di Birgi. Le azioni potrebbero andare al Distretto Turistico. C’è chi pensa ad una presenza diretta dei Comuni e chi attende di conoscere quali saranno le reali potenzialità dei Liberi Consorzi Comunali.
TURISMO/2, GIUDICE: “L’AIRGEST HA APERTO IL CONFRONTO CON RYANAIR”
10 Marzo 2016
Notizie Correlate