TRAPANI, ANNA GARUCCIO LASCIA IL PD. “DISTANZA POLITICA E CULTURALE”

22 Settembre 2025

Poco meno di un anno e 5 mesi. E’ il tempo dell’adesione di Anna Garuccio al Partito Democratico. La politica è riflessione, confronto, attesa, ma è anche l’espressione di mosse repentine, di atti che anticipano atti. Garuccio ha preso il Pd sul tempo. Dopo le sue progressiste esternazioni non in linea con le scelte del partito, all’interno dei dem si era aperto il dibattito interno su come rispondere al dissenso crescente dell’ex candidata a sindaco di Trapani. Tra le opzioni anche quella del deferimento al collegio dei probiviri con l’ipotesi di una sua espulsione dal partito. L’ex consigliera comunale ha anticipato le possibili mosse dem ed ha deciso di togliere il disturbo. Una nota sulla sua pagina Facebook prova a motivare una scelta che era ormai nell’aria. Così come l’adesione al Pd era stata preceduta da una sfilza d’indiscrezioni, pure il suo distacco ha seguito la stessa strada. Tante indiscrezioni che ponevano soltanto il problema della data. Lo scorso 12 settembre l’ex consigliera, “dopo un’attenta fase di riflessione” è giunta alla conclusione di sospendere il suo percorso “all’interno del Partito Democratico”. “È una decisione – ha scritto – fondata su un principio essenziale per me: la politica deve essere uno spazio di confronto reale, aperto e rispettoso delle differenze. E lo deve essere nella sostanza, non solo a parole. Questa decisione nasce da una profonda distanza politica e culturale rispetto alle modalità con cui, all’interno del partito, si affrontano – o evitano – le questioni cruciali per la nostra comunità”. Ed ancora: “Ringrazio quei componenti che mi hanno accolta all’interno del Partito Democratico. Tuttavia c’è una realtà che non può essere sottaciuta: siamo diversi”. Pensava di essere entrata in un partito ed invece, strada facendo, s’è ritrovata in un altro partito: “Ero entrata nel Pd con spirito di servizio, animata dalla volontà di mettere a disposizione della città la mia competenza, il mio senso delle istituzioni e la mia capacità di ascolto e dialogo. Credevo – e credo ancora – nella politica come strumento per risolvere problemi reali, non per proteggere qualcuno dietro logiche di potere. Purtroppo, ho riscontrato una progressiva incomunicabilità interna, determinata da un eccessivo arroccamento del gruppo dirigente su posizioni che ruotano attorno alla figura del sindaco di Trapani. Ogni tentativo di sollevare criticità o di individuare le cause profonde dei problemi viene spesso vissuto come un attacco politico, piuttosto che come un contributo costruttivo”. L’ex consigliera si affida ad un racconto: “Il fatto che durante l’ultima riunione del partito, poi, qualcuno abbia dovuto specificare, prima del mio intervento, che io avevo diritto di parola come tutti gli altri e che dovevo essere ascoltata come tutti gli altri, scandendo così un principio di uguaglianza che in nessuna realtà democratica ha bisogno di essere specificato, manifesta una realtà politica tutt’altro che libera e paritaria. Nel tempo, ho maturato la consapevolezza che questo spazio, all’interno del partito, si è ristretto fino a diventare impermeabile a ogni voce autonoma come la mia”. Da qui l’affondo: “Un partito locale che si mostra fedele agli ideali nazionali solo di facciata, ma che nei fatti, sul territorio, si comporta in modo incoerente. Per me non esistono diritti da difendere di serie A e diritti da non difendere di serie B, a secondo della convenienza. Io non mi giro dall’altra parte. Ho sempre partecipato con spirito costruttivo, proponendo analisi, soluzioni, scelte di equilibrio”. Dall’affondo al riconoscimento: “Alcune di queste indicazioni sono state successivamente adottate dal partito: come la necessità di mantenere una posizione istituzionalmente sobria nella vicenda che ha coinvolto l’imprenditore Antonini e il sindaco di Tranchida; come l’urgenza di approfondire le problematiche legate ai pozzi di Bresciana, da me sollevata con insistenza. Tuttavia, pur riconoscendo nei fatti il valore di quelle proposte, non è mai stato riconosciuto il ruolo di chi quelle proposte – e quella attenzione – le ha formulate per prima. Anzi, la mia autonomia di pensiero ha generato distanza, freddezza, esclusione. Ne è un esempio concreto la visita a Bresciana, dove il partito ha scelto di partecipare – per la prima volta dopo sette anni – insieme al comitato per l’acqua, senza coinvolgermi, pur avendo io sollecitato con forza quell’attenzione. E ancora, nello stesso giorno, si è tenuto un incontro del direttivo provinciale, al quale non sono stata invitata, nonostante ne facessi ancora parte. Questi episodi non sono isolati. Sono espressione di una cultura politica in cui la forma prevale sul contenuto e l’appartenenza prevale sul merito”. Anna Garuccio conclude così: “Il dissenso non è una rottura: è un’occasione. Per coerenza con questi valori, e per rispetto verso il percorso che ho costruito con serietà, scelgo di lasciare il Partito Democratico. Resto a disposizione della città, dei trapanesi, come sempre, con spirito libero e responsabilità piena”.

Notizie Correlate