Ci sta tutto: il nuovo slogan “Trapani non è in vendita”; le conferenze stampa per giustificarsi ed attaccare; ora un’altra nota con tutta la giunta schierata; le delibere, gli atti, i verbali per difendere la linea dell’amministrazione e delegittimare quella di Valerio Antonini, ma l’ipocrisia no. Che sta tutta nelle prime righe dell’ennesimo comunicato che arriva da Palazzo d’Alì: “Si fomenta in Città, ormai da mesi, una crescente e sempre più violenta campagna d’odio volta a diffamare ed offendere pubblici amministratori, funzionari pubblici, imprenditori, giornalisti e semplici cittadini”. Per favore, questa proprio no! C’è un vecchio detto siciliano che si attaglia perfettamente a questa incommensurabile ipocrisia: “Hav’a punciri pi fari mali!”. Proprio così. Ti devi pungere per sentire il dolore! Ed è quello che sta accadendo all’amministrazione Tranchida. Mettere in mezzo i giornalisti – parlo per la mia categoria e soprattutto per me – è davvero, appunto, ipocrita. I giornalisti sono stati messi alla gogna, sono stati attaccati in ogni modo, e non hanno certo ricevuto la solidarietà dell’amministrazione. Quando Valerio Antonini attaccava, ma era un amico, la soluzione più facile è stata quella di girarsi dall’altra parte, di non considerare quel giornalista, prima di tutto un uomo o donna, un cittadino, un riferimento comunque del territorio. Meglio stare zitti e lasciar fare. Nessuna presa di posizione. Tanto il bersaglio era un altro. Tanto i bersagli erano altri. Ora invece che si è nel mirino, si chiama a raccolta la città, ci si accorge che i giornalisti sono finiti sotto tiro. Troppo comodo e soprattutto infinitamente ipocrita e strumentale. Un’ulteriore prova che Trapani è ostaggio di due-tre minoranze che non possono, non sanno e non intendono governare ma comandare. V.M.