TRAPANI, TRANCHIDA E LA MEDAGLIA ANTONINI-BARBARA

3 Settembre 2025

Valerio Antonini e Lele Barbara – presidente ed ex assessore -, due facce della stessa medaglia. E la medaglia è di Giacomo Tranchida. E’ lui quello che ha già perso, perché si tratta di sue creature. Che gli sono sfuggite di mano, che non è riuscito più a controllare. In questa storia di scontri, di pseudo-minacce, di colpi e contraccolpi, ancora tutti da chiarire, emerge un dato assoluto: la mancanza di lucidità politica del primo cittadino di Trapani. Una delle sue doti più note e riconosciute. Ha perso il suo proverbiale fiuto. La sua capacità di agganciare i suoi interlocutori, di utilizzarli al meglio, per poi lasciarli al loro destino se necessario. Tranchida ha sbagliato su tutta la linea. Ha dato spazio a Barbara, creando malumori in giunta, sconcerto in alcune frange del suo partito, il Pd: le frange più riflessive. Gli ha affidato compiti importanti che l’ex assessore non era in grado di gestire politicamente perché ancora – come si diceva una volta – “acerbo”. Gli ha consegnato una visibilità che lo stesso Barbara non è più riuscito a governare, sbandando più di una volta. Ha lasciato intendere, senza mai dirlo, che aveva trovato il suo delfino: di certo non ha mai smentito questa rappresentazione politico-giornalistica. Linea, quella di Tranchida, che ha autorizzato Barbara a “sognare” di poter fare il sindaco. Ha sbagliato tutto anche con Antonini. La cittadinanza onoraria al presidente è una sua operazione politica. Senza il suo consenso non ci sarebbe mai stata. Ed è soprattutto simbolica. Tranchida non è riuscito a prendere le misure. A chi gli chiedeva e proponeva prudenza ha opposto un solidissimo silenzio che si è poi trasformato in atti politici, istituzionali e personali di tutt’altro tenore. E’ stato lui ad aprire le porte della città all’imprenditore romano. E’ stato lui a dargli credibilità con il “sigillo” del Comune. E’ stato lui ad indicarlo come la soluzione di diversi problemi della città. Ma non è più riuscito a tenere divise e lontane le sue funzioni politiche ed amministrative dai rapporti personali. Ed ha coinvolto anche Barbara, che ora è rimasto stritolato tra lui ed Antonini. Trapani si trova così chiusa in un vicolo cieco, al momento. Situazione che è frutto delle scelte e soprattutto delle non scelte di Tranchida. Le dinamiche politiche sono ancora in divenire. La “medaglia” del sindaco può rotolare verso diverse e tante direzioni. Tra le questioni in gioco c’è pure quella della mozione di sfiducia. I numeri non ci sono. Ci saranno? Chissà! Ma il punto vero è un altro. Fin quando Tranchida non sarà capace di riconoscere i suoi errori madornali, fino a quando non sarà nelle condizioni di fare una serena autocritica, che dovrebbe portarlo a nuove scelte di campo, di linea politica e di approccio alla città, l’instabilità sarà sovrana. E di conseguenza, le regole saranno le non regole, saranno necessari i colpi bassi e non potranno che avere la meglio i compromessi al ribasso. Tranchida ha bisogno di una nuova medaglia ma non gli sarà facile disfarsi di quella che ha creato con i suoi errori passi falsi senza precedenti. Gli anni passano per tutti, anche per lui.                                                                                                  V.M. 

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