L’espressione più ampia e di frontiera della nuova politica e della politica social del Comune di Trapani, d’un tratto ed in un colpo, si ferma e utilizza metodi da vecchia, vecchissima politica. L’assessore social Lele Barbara – l’assessore della comunicazione diretta, senza filtri – gioca con le regole più criticate del politichese. E così dice e non dice. Annuncia le sue dimissioni dopo una seduta consiliare che si è trasformata in una sua personale Caporetto: tutti contro, maggioranza ed opposizione e deleghe messe sotto tiro per inefficienze e mancati risultati, ma non dice chiaramente ed in aula di dimettersi. Ammicca: “Mi recherò dal sindaco per comunicazioni urgenti”, neanche fosse una riunione del politburo di ricordo sovietico. Lascia intendere: “Vi ringrazio per questi 204 giorni”. Critica: “Ma così non si va avanti”. L’assessore delle dirette social esce dall’aula e non dà alcuna comunicazione, come dire, social. Nessun post, nessuna dichiarazione. Come si faceva una volta quando c’era da difendere la poltrona che gli avversari mettevano in discussione. L’assessore comunicatore non ha nulla da comunicare dopo le sue affermazioni, politicamente sibilline, fatte in aula a conclusione del suo intervento sull’attività ispettiva consiliare. Non dice nulla dopo aver detto cose che possono essere interpretate in vario modo, di conseguenza contraddicendo se stesso ed il suo modo di fare politica. Il “delfino” del sindaco, quasi un predestinato alla corsa per la prossima sindacatura, è rimasto solo in aula. Non l’ha difeso nessuno, l’hanno attaccato in tanti.
TRAPANI, L’ASSESSORE SOCIAL E LA VECCHIA POLITICA. LA CONTRADDIZIONE BARBARA
22 Dicembre 2023
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