Il dubbio quasi “amletico” – mi candido o non mi candido – è nato ufficialmente lo scorso 26 febbraio, forse c’era anche da prima, ma ha avuto il sigillo pubblico quel giorno, quando il Movimento “Io Amo il Mio Paese” ha deciso, in un incontro-riunione di presentare le linee guida per il governo di Valderice. Da qui anche un appello ai giovani, a farsi avanti per affrontare la prossima tornata elettorale. Da quel momento è stato un susseguirsi di vertici, di verifiche, di trattative che hanno portato alla candidatura a sindaco di Giuseppe Maltese. Nella sostanza l’architetto ed il suo gruppo hanno sempre avuto due opzione. Ce n’era anche una terza ma sarebbe stata alquanto ardita. Quest’ultima rimanda ad un’alleanza e soprattutto ad un’intesa elettorale con l’ex amico sindaco Francesco Stabile. Maltese è stato un suo sostenitore ed ha avuto modo di partecipare all’azione di governo fino ad un rimpasto che ha portato all’estromissione dall’amministrazione. Uno strappo duro che il tempo non è riuscito a lenire. L’altra opzione che è stata presa in considerazione fino a poche ore dal via libera alla candidatura portava invece ad un accordo con il candidato sindaco di Pd, Movimento Cinque Stelle, Valderice che Vogliamo ed Area moderata Massimo Di Gregorio. Ci sono stati contatti, un confronto aperto a tutto campo ma alla fine l’architetto ha deciso di uscire allo scoperto lanciando la sua sfida per il governo del territorio. Il confronto a tre fa saltare tutti gli schemi che la politica valdericina stava cominciando a definire ed a prendere in considerazione. Si vota con il sistema maggioritario: chi prende un voto in più vince, chi arriva terzo rimane fuori da tutto.