La lettera aperta dell’ex sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo sulle condizioni della sanità nella sua città e nel territorio trapanese.
L’articolo 32 della nostra Costituzione sancisce che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività. Praticamente ciascun cittadino ha il diritto ad essere curato e ogni malato deve essere considerato il legittimo utente di un pubblico servizio cui ha pieno ed incondizionato diritto. A Marsala da oltre sei mesi questo diritto complessivamente non c’è più, perché siamo senza ospedale dove poter ricoverare i pazienti con patologie non Covid, patologie che non sono assolutamente diminuite in questo periodo di pandemia. Durante questi mesi di chiusura, chissà quanti morti, oltre quelli per Covid, ci sono stati e ci saranno nei prossimi mesi o anni per diagnosi non fatte o fatte e curate con notevole ritardo. Una popolazione di 100.000 abitanti non può stare senza un ospedale non Covid e anche questa provincia che già aveva pochi posti letto rispetto alla popolazione non può essere privata di un ospedale di oltre 100 posti letto e con tante sale operatorie ben funzionanti (e chissà ancora per quanto tempo, mesi forse anni, se si deve aspettare l’entrata in funzione del nuovo padiglione). Tutti sappiamo che quando le malattie non vengono diagnosticate subito e curate immediatamente, la mortalità aumenta anche in modo esponenziale, soprattutto per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, per le quali a volte bastano pochi minuti di ritardo per avere un esito infausto, ma anche per quanto riguarda le malattie oncologiche, il cui ritardo diagnostico o terapeutico di qualche settimana, peggio di alcuni mesi, porta ad esiti infausti. Ma oltre alla mancanza di reparti, di sale operatorie e di servizi diagnostici, in questi mesi sono mancati anche i poliambulatori. Chi non può permettersi una vista specialistica ed accertamenti diagnostici a pagamento, e sono tantissimi soprattutto in questo periodo, non può curarsi con le conseguenze che tutti dovremmo sapere ma che forse a pochi interessa. Da circa sei mesi a Marsala si parla tanto del nuovo padiglione Covid, per oltre cento posti letto, praticamente un nuovo ospedale, visto gli standard dei nostri (Mazara, Castelvetrano, Salemi, Alcamo hanno meno di cento posti letto ognuno), che dovrebbe servire per ricoverare i pazienti affetti da malattie infettive e quindi da Covid: un padiglione da città metropolitana. I lavori che dovevano iniziare a dicembre per essere quantomeno parzialmente pronti a maggio e poter trasferire i pazienti Covid ricoverati al Paolo Borsellino, sono ancora molto all’inizio e chissà quando e se saranno mai finiti e soprattutto se ci sarà mai il personale sanitario sufficiente per farlo funzionare. Un padiglione, sembra, deciso dalla Protezione Civile Nazionale e non certo dai politici locali, come questi hanno invece fatto intendere per prendersi meriti che non hanno. L’ex assessore regionale alla salute Razza, dimessosi perché indagato, l’ex direttore generale dell’Asp di Trapani Damiani arrestato per corruzione, il sindaco Grillo e tanti altri politici regionali e locali avevano invece deciso di fare il reparto Covid presso l’ex ospedale San Biagio, una decisione quantomeno senza senso per non dire altro. Da anni, ma soprattutto in questi ultimi mesi, nei nostri ospedali c’è carenza di personale sanitario e spesso i vari primari hanno difficoltà a fare i turni di guardia e il personale viene sballottato da un ospedale ad un altro della provincia per coprire i turni, riducendo di conseguenza l’efficienza dei reparti. In particolare mancano internisti, pneumologi, pediatri, cardiologi, ortopedici, rianimatori, oncologi, urologi, radiologi, fisiatri ma anche infermieri, fisioterapisti e tanti altri. In questi giorni, mentre i sindaci della Valle del Belice protestano giustamente ed ottengono un potenziamento dell’ospedale di Castelvetrano, poiché a Marsala secondo l’amministrazione va tutto bene, dal nostro ospedale trasferiscono alcune apparecchiature presso altre strutture ospedaliere della provincia, a dimostrazione che non c’è nessuna intenzione di riaprire il Paolo Borsellino al più presto. 100.000 abitanti non possono più stare senza l’ospedale per pazienti non Covid, che oltretutto andrebbe potenziato come più volte da me chiesto ed assicurato dall’ex assessore Razza. Bisogna trovare una soluzione alternativa al ricovero dei pazienti Covid e riaprire al più presto il Paolo Borsellino a tutti gli altri pazienti. È quanto meno immorale ed anticostituzionale quello che sta succedendo a Marsala. Il diritto alla salute è parte integrante della nostra Costituzione e nella nostra città è scomparso da ben oltre sei mesi.
Alberto Di Girolamo