La nascita del nuovo Comune di Misiliscemi è nelle mani dell’Assemblea regionale siciliana. Il disegno di legge ha ottenuto il via libera da parte della Commissione Affari Istituzionali ma non è stato ancora inserito all’ordine del giorno dei lavori d’Aula. L’Ars tornerà a riunirsi il prossimo 21 luglio ma non c’è la “pratica” Misiliscemi. Il dibattito politico è ormai aperto da tempo ed ora il Pd di Trapani, con il suo segretario Andrea Rallo ha voluto prendere posizione. Una sua “lettera aperta” chiarisce la linea dei dem.
A proposito di Misiliscemi…
Ritenni sbagliato l’atteggiamento di “disinteresse” nei confronti del referendum e, pur ammettendo – come validi – alcuni dei motivi che hanno animato l’azione degli amici che ne fecero la proposta, mi recai alle urne per esprimere democraticamente il mio dissenso alla separazione di quelle frazioni da Trapani. Ci sarebbe stato molto da eccepire, a suo tempo, sul tecnicismo giuridico sottostante che rendeva comunque difficile un esito di segno diverso. A fronte del voto favorevole di più di tremila cittadini delle frazioni si sarebbe dovuta contrapporre una massa di voti da parte dei cittadini “trapanesi” di circa otto volte superiore, per raggiungere il quorum di validità, e di questi il 51% contrario. Condizione difficile da raggiungere in quel momento. Inutile piangere adesso sul latte versato. Ho apprezzato, tuttavia, il valore e lo stimolo alla partecipazione alla vita democratica da parte di chi si è speso per la costituzione del Comune di Misiliscemi e riconosco che, per troppo tempo alcune frazioni sono rimaste abbandonate dalle amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni precedenti, con tanti problemi non risolti o, addirittura, nemmeno affrontati. Mi permetto, tuttavia, pur riconoscendo il valore formale dell’esito di quel referendum, di dire che la scelta della separazione da Trapani non era – a mio avviso – e non sarebbe l’unica o la migliore delle scelte per entrambe le “Comunità” che si genererebbero a seguito della costituzione del nuovo Comune. Secondo il mio parere, non si tratta di una scelta che dà luogo a due entità più forti ma, al contrario, a due Comunità che, anziché rafforzarsi a vicenda si indeboliscono: Trapani, che ne uscirebbe, tra l’altro, confinata in un assetto territoriale che già prima dava luogo a tanti problemi e diseconomie nella gestione dei servizi (anche sul fronte degli invisibili confini Trapani-Erice) ed il nuovo Comune, che non avrebbe minori problemi a gestire e, soprattutto, a costituire servizi adeguati ad una Comunità diffusa su un territorio bellissimo ma anche tanto, forse sin troppo esteso. A questo punto, però, oltre che prendere inevitabilmente atto di tutto l’iter che è stato svolto sinora, e attendere le scelte che farà l’Assemblea regionale che è chiamata esprimersi con un voto sulla legge che dovrebbe istituire il nuovo Comune, occorre attivarsi per il domani della nostra Città e, soprattutto, delle nostre Comunità. E sottolineo “nostre” Comunità al plurale perché non dobbiamo dimenticare che a Trapani siamo abituati a vivere tutti insieme: trapanesi, ericini o abitanti di Casa Santa, di Paceco, di Valderice e di tutte le frazioni. E che se l’economia a Trapani “non tira”, non è che le cose possano andare meglio a Casa Santa! Mi sembra, quindi, doveroso soffermarsi per una seria riflessione che – prescindendo da rapporti di forza o da sterili convenienze elettorali – miri, nel rispetto delle volontà popolari, a progetti di maggiore respiro per valorizzare al meglio le potenzialità che esprime il nostro territorio nell’interesse delle nuove generazioni, che è l’interesse di noi tutti.
Andrea Rallo