TRAPANI, LIPARI: “MACCHINA DEL FANGO CONTRO DI ME”. LA REPLICA DEL CONSIGLIERE

27 Luglio 2019

Lo scontro con il sindaco in una insolita riunione di maggioranza – aperta alla stampa – come dire, i “panni sporchi li laviamo in pubblico”, in un atto politico che è di per sé riservato – e poi un documento firmato dai candidati della lista che l’ha contestato duramente. Da qualche settimana Giuseppe Lipari si trovano dunque sotto il “fuoco” incrociato degli ex alleati: Giacomo Tranchida da un lato, gli altri candidati di una delle liste tranchidiane dell’altro. Da qui la decisione di rispondere ma senza cadere nella trappola dello scontro per lo scontro. Lipari, nella sua ultima nota politica, pone in discussione alcune contraddizioni sempre più evidenti all’interno della coalizione di maggioranza. Punti che rischiano di trasformarsi in nodi da sciogliere. A cominciare dalla consistenza delle liste espressione del primo cittadino. Utili per partecipare alla spartizione degli assessorati, ma incapaci di produrre politica sul territorio. Lipari le bolla come “entità inesistenti”, ma con uno scopo ben preciso: “Sono state create dal sindaco al tempo. Non unite ed organizzate a mo’ di partito o associazione, ma solo agglomerati di portatori di voti senza alcun fine comune, allora come ora. Lo avevo detto la sera stessa della “riunione di maggioranza”. Lipari affonda il colpo anche su un’altra contraddizione che ha accompagnato ed accompagna il rimpasto di giunta. L’amministrazione del cambiamento e della rottura con il passato ha però messo l’ipoteca sulla lista che più delle altre rappresentava la svolta, la cosiddetta lista dei Giovani – in campagna elettorale erano in pochi a scommetterci su ed invece i numeri hanno detto, alla fine, che era la terza forza della coalizione – che avrebbe dovuto avere due assessorati secondo la rigide gerarchie del “Cencelli” tranchidiano. E la lista, dal punto di vista formale, i due assessorati è riuscita ad averli, soltanto che il sindaco ha deciso che altrettanti assessori tecnici già nominati erano ora espressione della lista, bloccando di fatto un vero rimpasto. Ecco perché Lipari ne fa uno dei punti di forza della sua critica: “Vengono strappati ben due assessorati ai giovani, col metodo Cencelli, senza colpo ferire, e poi viene accusato di eresia chi si oppone dichiarando che questo è scorretto e ingiusto rispetto al famoso accordo elettorale. Questa è macchina del fango volta a punire il dissidente. C’è un mandante politico, un esecutore politico, e deve esserci anche una vittima”. Da aggiungere che la nota di “scomunica” della lista contro Lipari è stata smentita da parte di alcuni dei 22 firmatari, che non sarebbero stati a conoscenza di quest’iniziativa. Un ulteriore elemento di contraddizione. Il consigliere dissidente ci tiene poi a sottolineare un particolare: “Si continua a dire che quella di lasciare la maggioranza è stata una mia scelta consapevole, quando in realtà si è trattata di una decisione presa d’imperio da una sola persona, che peraltro ha scelto la forza dell’arroganza alla giustizia del confronto democratico richiesto da un giovane consigliere.La questione personale che è stata così creata ad hoc, è anche una questione politica?”. Lipari non intende tuttavia uscire di scena e non vuole sopratutto farsi relegare all’interno della sparuta minoranza consiliare ed annuncia la sua strategia: “La mia responsabilità verso il progetto civico che ho sposato mi porta a tenere in debito conto tutte quelle proposte in linea col programma elettorale e riservarmi di valutare caso per caso tutte le questioni ad esso estranee”. Ed ancora: Senza arretrare di un millimetro continuerò in questo senso a rappresentare chi mi ha votato ed ha creduto in me, non per obbedire ai desiderata di alcuno, non per compiacere aitanti giovani consiglieri, ma per combattere, per quel che posso, il lento declino di questa bellissima città, che amo e che mi ha dato i natali”.

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