CRISI FORZA ITALIA, D’ALI’ STA CON I “RIBELLI”. PELLEGRINO E SCILLA CON MICCICHE’

12 Marzo 2018

L’ex senatore Antonio D’Alì si unisce ai cosiddetti “ribelli” di Forza Italia che si sono riuniti oggi a Caltanissetta per ribadire che il partito ha perso pesantemente le elezioni Politiche e che l’interpretazione dei numeri da parte del commissario regionale Gianfranco Miccichè e di chi sta al suo fianco non ha sostanza politica e non ha soprattutto le percentuali dalla sua parte. Da qui la richiesta di un azzeramento dei vertici forzisti, a cominciare dallo stesso Miccichè. I deputati regionali in dissenso dalla linea ufficiale sono Marianna Caronia, Rosanna Cannata, Riccardo Gallo e Tommaso Calderone. Lo scontro non sembra avere margini di mediazione, almeno per il momento. Ci sono due linee assolutamente divergenti. I “ribelli” contestano la gestione del partito e parlano di risultato elettorale fallimentare. Miccichè invece difende il 22% siciliano che ha consentito a Forza Italia di rimanere a galla e sulla scia della Lega che ha assunto la leadership della coalizione di centrodestra. Lo scontro è aspro anche a Trapani. D’Alì, uscito di scena dalla competizione elettorale, ha attaccato Miccichè subito dopo il responso delle urne, invocando l’intervento di Silvio Berlusconi per dare al partito siciliano una nuova guida. Oggi ha partecipato alla riunione dei “ribelli” e sostiene la loro causa. “Ho partecipato  – ha dicharato  – con entusiasmo assieme a sindaci e amministratori locali. Condivido la loro analisi sulla fallimentare gestione del partito anche per gli aspetti di politica regionale, oltre che per il disastroso risultato delle elezioni nazionali. Condivido la richiesta che il Presidente Berlusconi sostituisca la dirigenza regionale. Apprezzo lo spirito di positività con cui questo gruppo intende costruire un nuovo e saldo rapporto con le istituzioni e i cittadini siciliani che si riconoscono nella vasta area del centrodestra. La Sicilia ha bisogno di rapide e concrete soluzioni per i suoi problemi. Forza Italia, in Sicilia, di una nuova guida”. Ma Forza Italia, a Trapani, è anche quella che si è riunita sabato scorso nella sede del comitato elettorale di Corso Piersanti Mattarella. Di tutt’altro tenore le valutazioni dell’onorevole Stefano Pellegrino: “In provincia abbiamo ottenuto 40 mila voti contro 29.000 delle Regionali, con un aumento del 30%. A conferma della forza del partito e dei candidati, tutti affidabili”. Ed alle critiche che erano già arrivate da parte di D’Alì, aggiungeva: “Capisco il rammarico di chi è stato escluso o si è ritirato, ma i dati parlano chiaro”. Ed ancora: “Il sistema elettorale ci ha penalizzato perché alla fine, con i nostri voti, abbiamo fatto eleggere deputati di altre regioni del Nord”. Più diretto Toni Scilla, candidato al Senato, che ha liquidato le accuse a Miccichè definendole puerili: “E’ un attacco che si basa sul nulla. Miccichè ha preso il governo della Regione che stava per essere consegnato ai Cinquestelle. Ha portato il partito al 22% in Sicilia, permettendogli di avere il 14% a livello nazionale”. Anche Scilla, come Pellegrino, non ha mai citato D’Alì nel suo intervento. Ma ogni riferimento era voluto e non casuale: “Non ti sei candidato, hai votato Cinquestelle perché non ti sei voluto contare su Casa Pound e poi voi sapere da noi perchè il voto è negativo?”. Se i “ribelli” hanno lanciato la loro sfida, oggi da Caltanissetta, Miccichè ed il resto del partito faranno le loro considerazioni in una imminente riunione dei dirigenti regionali di Forza Italia. “Dopo – ha aggiunto Scilla – il partito avrà una nuova organizzazione per affrontare le Comunali di primavera”.

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