O le scuse o la querela. Il commissario dell’ASP di Trapani Giovanni Bavetta non l’ha mandata giù. La conferenza stampa del senatore Antonio D’Alì non gli è proprio piaciuta. I giudizi sulla sanità trapanese del parlamentare di Forza Italia sono stati diretti e quanto mai chiari e Bavetta ha deciso di passare al contrattacco. Vuole le scuse del senatore, altrimenti passerà alla carta bollata: “Non tollero questo generico riferimento a iniziative ‘contra legem’ che questa azienda avrebbe fatto, per quanto riguarda trasferimenti, assunzioni e pagamento arretrati. Indichi fatti precisi e li denunci alla magistratura, altrimenti sarò costretto a procedere a querela perché non permetto a nessuno di ‘mascariare’ con affermazioni prive di fondamento la trasparenza e l’abnegazione degli uffici di questa azienda sanitaria, che hanno istruito e verificato il rispetto delle norme di ogni provvedimento che io ho poi emanato. Oppure mi aspetto le scuse, come fanno i galantuomini”. D’Alì ha detto tanto altro ma Bavetta ha derubricato tutto a schermaglia elettorale, anche se ha comunque voluto rispondere: ““Leggo che un ministro della Repubblica avrebbe inaugurato delle sale operatorie chiuse ancora oggi. Se si riferisce alla visita del Ministro della Salute al nuovo blocco parto dell’ospedale di Trapani, questo è operante da mesi ed è una delle punte di diamante del presidio ospedaliero. Così come non sono stati depotenziati reparti come la chirurgia pediatrica o l’emodinamica, anzi quest’ultimo con l’aggiunta della chirurgia vascolare, prima assente, diventa uno dei tre riferimenti del polo cardiovascolare sorto al Sant’Antonio Abate. La nuova unità operativa Tutela della salute dei migranti, è stata prevista nell’atto aziendale del 2016 e non è altro che l’evoluzione della medicina delle migrazioni. Questo però alla fine fa parte della polemica elettorale, e lo comprendo anche”.