Prima che Mimmo Fazio decidesse di ritirarsi dalla competizione elettorale per il ballottaggio, pur senza una rinuncia formale che avrebbe aperto le porte del secondo turno al terzo piazzato, comunque agli altri candidati, c’era chi con una memoria presentata alla commissione elettorale aveva posto il problema della sua estromissione dal ballottaggio per due aspetti di carattere giuridico. La memoria era stata articolata dal comitato civico “Per la Grande Città”, presieduto dall’avvocato Salvatore Galluffo. Nelle pagine della memoria venivano posti due problemi che avrebbero potuto portare all’esclusione di Fazio dal ballottaggio. Il primo sarebbe stato collegato e definito dalla misura coercitiva che è stata accompagnata alla decisione di porre Fazio in libertà, dopo gli arresti domiciliari per l’operazione “Mare Monstrum”. Si tratta del divieto di dimora a Palermo. Per il Comitato “Per la Grande Città” sarebbe un impedimento a poter svolgere le funzioni di primo cittadino. Così come sarebbe stata da censurare la sua decisione di ritirarsi senza però formalizzare la sua scelta, portando ad una distorsione dello stesso ballottaggio. La memoria, tuttavia, non ha sortito effetti perchè la commissione elettorale ha proclamato l’esito del voto ammettendo al ballottaggio Fazio e Pietro Savona. E’ stato poi lo stesso Fazio a modificare, nuovamente, il corso delle elezioni dichiarando la sua decisione di ritirarsi senza però formalizzare la rinuncia ed oggi non presentando la lista degli assessori al completo che ha portato alla sua decadenza dal ballottaggio e l’avvio del secondo turno con il confronto a distanza tra Savona ed il quorum da superare.
TRAPANI, IL COMITATO “PER LA GRANDE CITTA'”, LA MEMORIA E L’INVITO ALLA COMMISSIONE AD ESCLUDERE FAZIO DAL BALLOTTAGGIO
17 Giugno 2017
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