Poche righe ma trancianti. Il porto di Trapani non avrà la moratoria sulla riforma dei porti con l’istituzione delle Autorità di Sistema. Non perchè vi sia una scelta politica da parte del governo nazionale ma perchè non avrebbe neanche dovuta chiederla. E’ questa la risposta che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha dato al presidente della Regione Rosario Crocetta che sta intanto litigando per gli altri porti siciliani. Nella nota del Ministro nelle ultime righe si legge: “Per quanto riguarda il porto di Trapani si rammenta che lo stesso non è più sede di Autorità Portuale dall’anno 2009 e pertanto la richiesta avanzata con nota 15449 del 12 settembre non può trovare accoglimento”. Non c’è dunque neanche l’oggetto del contendere. La moratoria poteva essere chiesta per i porti che hanno l’Autorità Portuale e non per quelli che l’hanno persa. L’articolo 22, comma 2 del decreto legislativo pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dello scorso 31 agosto segnava il percorso da seguire: “Su richiesta motivata del Presidente della Regione, da presentarsi entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore del presente comma, può essere altresì disposto, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero delle Infrastrutture, il mantenimento per un periodo non superiore a 36 mesi, dell’autonomia finanziaria ed amministrativa di Autorità Portuale già costituita ai sensi della legge n.84 del 1994”. Autorità già costituita e non ex Autorità. Il presidente Rosario Crocetta, sottoposto alle pressioni della politica e degli operatori portuali, ha fatto la sua parte ma la norma è chiara e non c’erano margini per una interpretazione più o meno elastica. La riforma, dunque, non potrà essere bloccata per 3 anni ed il porto di Trapani non potrà che far parte dell’Autorità di Sistema che fa perno su Palermo e che comprende anche i porti di Termini Imerese e Porto Empedocle. Il Ministro Delrio ha cominciato a nominare i nuovi presidenti delle Autorità di Sistema, ma lo scontro in atto con Crocetta per i porti di Catania e Messina ha bloccato le designazioni. La riforma consente la presenza di un rappresentante del porto di Trapani, perché porto di città capoluogo, nel comitato di gestione e prevede anche l’eventuale presenza di una sede dell’Autorità in città. Per il resto il porto trapanese dovrà confrontarsi con la riforma e l’organizzazione delle Autorità di Sistema. Gli operatori portuali hanno manifestato tutta la loro perplessità sul nuovo sistema preferendo lo status quo con la gestione affidata da un lato alla Capitaneria di Porto e dall’altro al Genio Civile Opere Marittime.
PORTO DI TRAPANI, MINISTRO DELRIO: “LA MORATORIA NON PUO’ ESSERE ACCOLTA”
4 Febbraio 2017
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