Premette di non voler polemizzare ma è chiaro che le dichiarazioni del senatore pentastellato Maurizio Santangelo non gli sono andate giù. Il sindaco di Trapani Vito Damiano vuole, prima di tutto fare chiarezza, sulla rottura delle condotte fognarie che hanno determinato una sorta di “trasferimento” dei reflui – liquami per intenderci – che sarebbero andati al depuratore consortile nella condotta sottomarina che scarica a mare. Conseguenza di questa decisione, il divieto di balneazione nella zona dell’ex Hotel Cavallino Bianco sul Lungomare Dante Alighieri. Il divieto è stato posto 350 metri prima e dopo Via Tunisi. Il senatore Santangelo ha chiesto di fare chiarezza su questo divieto che ha poi collegato con la campagna che il movimento ha tenuto a difesa del mare e che ha interessato anche il tratto sotto divieto. Ha anche detto che cittadini e bagnanti avevano segnalato odori poco gradevoli in zona. Un collegamento tra tutto questo e l’ordinanza con il divieto? Domanda mai fatta ma tra le righe. Risposta impossibile da dare in questi termini in mancanza di una domanda o anche di una critica ufficiale. Damiano ha così scelto di affidarsi ai fatti. “Il sistema di raccolta dei liquami e della loro depurazione – ha dichiarato – risponde ai severi requisiti di legge e la sua gestione rispetta la normativa vigente. I controlli sulle acque depurate sono costanti e non hanno sin qui evidenziato il superamento dei valori di riferimento: quindi un impianto efficiente e che garantisce la necessaria sicurezza sotto il profilo igienico-sanitario. Voglio ricordare che qualsiasi impianto, anche il più evoluto e raffinato, può andare incontro a guasti e malfunzionamenti, i cui effetti vengono dallo stesso sistema rilevati ed autogestiti senza creare particolari problematiche”. Il sindaco, dopo la premessa, fa la cronaca di ciò che è accaduto: “Diverso è il caso che si è verificato alle 9 di venerdì scorso quando si è avuto il sollevamento del manto stradale e lo sversamento di liquami in corrispondenza delle due condotte che corrono sotto la strada provinciale 21, quella che attraversa le saline. In questi casi il primo provvedimento è l’arresto delle pompe di mandata di entrambe le condotte per evitare l’ulteriore fuoruscita di liquami che, per predisposizione progettuale dell’impianto, vengono convogliati verso uscite di sfogo opportunamente realizzate, in assenza delle quali i liquami ritornerebbero nei luoghi di origine, le abitazioni. Tali sfoghi, necessariamente a mare in quanto la minore quota in assoluto, sono quelli che più d’una volta hanno salvato la città da disastrosi allagamenti dovuti alle abbondanti precipitazioni”.
L’ordinanza
Damiano fa la cronistoria dell’ordinanza: “L’ordinanza di divieto di balneazione è stata emessa con assoluta tempestività, ore 17 dello stesso venerdì, qualche ora prima che iniziasse lo sversamento in mare. L’intervento, protrattosi per 32 ore consecutivamente, ha consentito di individuare e riparare la rottura di una delle due condotte che, alle 19 di sabato, è stata messa in pressione per le necessarie verifiche di tenuta. Purtroppo intorno alle 5 di domenica una seconda rottura ha richiesto da subito un secondo intervento, con la sostituzione di circa 10 metri di condotta, sin dalle prime ore della mattinata di domenica, che si prevede sarà concluso nella serata di oggi”.
I tempi
Il sindaco indica il percorso che si sta seguendo: “Qualora le verifiche dovessero dare un riscontro confortante, si procederà all’ulteriore necessaria verifica della tenuta della seconda condotta che, precauzionalmente, non è stata alimentata e che, se dovesse malauguratamente collassare, consentirà all’impianto di funzionare, seppur a regimi ridotti, con la condotta riparata ed evitando soprattutto il perdurare degli sversamenti in mare. L’Amministrazione comunale potrebbe quindi revocare l’ordinanza di divieto di balneazione già dalla giornata di mercoledì”.
La Riserva delle Saline di Trapani e Paceco
L’intervento era dunque necessario ed indispensabile. Damiano da merito al personale comunale ed alle ditte incaricate della riparazione: “Contemporaneamente all’intervento sulla condotta hanno dovuto porre in essere altri interventi, a tutela dell’ambiente e dell’aviofauna, si è nell’area naturalistica protetta delle saline, sui molteplici canali che costeggiano le vasche delle saline per impedire che un possibile inquinamento da acque reflue potesse danneggiare la Riserva”.
I cartelli di divieto
Anche in questo caso è stato necessario intervenire. Damiano spiega perché: “In ordine ai cartelli di divieto di balneazione, affissi alle transenne che delimitano il tratto di arenile a rischio, c’è da dire che qualche irresponsabile aveva provveduto a strapparli, ma sono stati immediatamente riposizionati con una vigilanza continua della Polizia Municipale per far rispettare il divieto che, in tanti, responsabilmente, hanno osservato d’iniziativa.”