TRAPANI, ODDO “DEMOLISCE” IL PROGETTO ANTONINI. “LA STORIA E’ UN’ALTRA”

20 Settembre 2025

Camillo Oddo cambia il verso di uno scontro che viene rappresentato come una delle tante storie siciliane: c’è chi vuole fare, in questo caso un imprenditore come Valerio Antonini, e c’è chi vuole impedirglielo, il potere, concentrato a Palazzo d’Alì e nell’amministrazione guidata dal sindaco Giacomo Tranchida. Non è così per l’ex vicepresidente dell’Ars che prova a spiegare in un altro modo lo slogan “Tranchida dimettiti!”. Per l’ex parlamentare c’è un non detto forte, quasi clamoroso rispetto alle dinamiche di questi mesi. “Il  non detto – spiega Oddo – è il seguente: vogliamo prenderci il Comune, con tutti gli annessi e connessi. Vogliamo piegare le norme, le convenzioni, gli atti, a nostro piacimento, perché siamo portatori d’interessi forti, che non possono attendere i tempi della burocrazia, che non possono seguire la strada dei documenti e delle procedure ufficiali”. Oddo prova ad essere ancora più diretto: “Dietro la sbandierata filosofia del fare, c’è la logica del voler fare come mi pare e piace”. L’ex vicepresidente dell’Ars si fa aiutare dal cinema per essere chiaro: “Mi sovviene un grande film di Francesco Rosi <<Le Mani sulla Città>>. Per raggiungere questo obiettivo è necessario demonizzare chi democraticamente sta svolgendo la sua funzione ed è necessario utilizzare la fetida politica del sospetto”. Oddo dunque ribalta il tavolo. Non c’è alcun rinnovamento in chi si presenta come suo paladino. C’è ben altro: “Se le istituzioni si fondano e si poggiano sulle regole, sulle leggi, sulle procedure, c’è chi punta ad occuparle con una logica aziendalistica ed ancora di più, marcatamente padronale”. Progetto di potere e di prevaricazione, che ha un alleato,  che Oddo indica nel dettaglio: “Un sentimento pseudo populistico che prova a fare breccia nelle difficoltà e nelle incertezze di questi tempi, lanciando fumo negli occhi e tentando di carpire la buonafede altrui, a cominciare da una parte della tifoseria dei mitici colori granata”. Ed ancora: “Se la politica è confronto, e la politica è confronto, è arrivato il momento di prendere atto che a Trapani c’è chi vuole piegare il confronto, e quindi la politica, ad evidenti e concreti interessi di parte”. La nuova versione dei fatti del dirigente del Pd porta ad un altro chiarimento: “Non è uno scontro personale tra il Sindaco Tranchida ed il Signor Antonini. E’ una rappresentazione di fatti di comodo”. Oddo amplia il fronte polemico. Rappresentazione “che ha nell’ex assessore Barbara uno dei fautori, per evitare di affrontare realmente le questioni sul campo. Vale a poco dire, non avevo capito. Perché se non hai capito vuol dire che non eri idoneo a svolgere quel ruolo. Se hai capito tardi, consolidi i tuoi limiti. Se vieni folgorato sulla via di Damasco lasci più di un sospetto sul tuo agire. Si possono arringare le folle senza contraddittorio ma c’è sempre un limite. Tanto che introdurrei, visto che si fa spesso cenno alla Magistratura, invocando un suo intervento, un nuovo reato: quello dell’abuso dell’intelligenza altrui”. Oddo si lancia nella sfida a distanza e prova ad anticipare un’obiezione. Eccola: “Ma la politica del sospetto e della delegittimazione dell’avversario è quello quella che alcuni hanno fatto in questi anni. Non sono d’accordo, non è stato così. Ma anche se fosse… Si risponde ad una distorsione con un’altra distorsione eguale e contraria? Ma ci si rende conto che si stanno mettendo in discussione le fondamenta delle istituzioni locali? Ci si rende conto che si sta mettendo a dura prova il tessuto connettivo di una comunità? Che si tratta la politica come il Teatro del grottesco di pirandelliana memoria, rischiando, di questo passo, che chiunque possa vantare la vittoria al prossimo appuntamento elettorale si ritroverà a gestire macerie sociali ed una città assolutamente lacerata?”. L’esponente dem demolisce le fondamenta del Movimento antoniniano: “Non si può costruire un progetto politico con il sistema del <<o con me e contro di me>>. Non si costruisce un progetto politico con la logica pattizia del <<io do una cosa a te e tu ne dai una a me>>. E soprattutto non è credibile un progetto politico basato solo sui fisiologici malumori di una parte della cittadinanza, cavalcando i problemi senza avere credibili e reali soluzioni. Chi lo fa si assume la responsabilità di offuscare l’identità culturale e politica di un territorio. Ed è la manovra in corso”. Ed ancora: “Senza pensare che l’identità di un territorio è patrimonio comune, senza distinzioni di appartenenza politica. S’illude chi pensa di utilizzare la Tigre di Carta perché verrà travolto”. Da qui quasi un appello alle forze del centrodestra: “Chi fa parte e rappresenta forze politiche e di governo a livello nazionale dovrebbe evitare di rincorrere soluzioni azzardate, senza reale prospettiva, fondate sui desiderata di una sola persona. Questo non è pragmatismo, questo è caudillismo. Ma Trapani non ha bisogno di un caudillo. Non siamo in America Latina”. Già che c’è, Oddo pone un argine: “Chi sta meritoriamente amministrando questa città, questo territorio, ha il diritto-dovere di andare avanti, di aprirsi ulteriormente alle esigenze della sua comunità, di continuare nelle soluzioni di cambiamento, considerato anche l’entità dei finanziamenti ottenuti dopo anni di faticoso ed impegnativo lavoro, che stanno per tramutarsi in importanti opere ed interventi concreti. Nel contempo, ha anche il diritto-dovere di difendere il mandato elettorale e l’istituzione che sta governando. Non si può lasciare spazio ad una deriva di questo genere e ad un degrado che rischia di intaccare gli aspetti del vivere civile e in maniera squallida e farsesca, addirittura la sfera privata. Non si può assistere a questa barbarie politico-culturale”. Oddo punta sulla città, sulla sua capacità di riscatto: “Non è più il caso di cadere nelle provocazioni di chi vorrebbe essere riconosciuto come forza politica. La storia politica di Trapani insegna che la sua classe dirigente più avveduta ha saputo tenere testa a potenti di ogni risma. Ecco perché riuscirà, ancora oggi, a rispondere con idee, ma soprattutto con valori ed ideali a chi intende avvelenare i pozzi della democrazia”.

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