Si è aperto un nuovo fronte ericino. O meglio è tornato all’ordine del giorno. Nuove polemiche sulla FuniErice. L’opposizione rappresentata da Simona Mannina, Alberto Pollari ed Enzo Favara è pronta ad andare fino in fondo. Vuole chiarezza su sei questioni aperte e si rivolge all’amministrazione con una premessa: Prima di presentare esposti alle autorità competenti, ed in particolare alla Corte dei Conti, all’Autorità nazionale anticorruzione ed alla Procura della Repubblica abbiamo voluto esperire l’ultimo tentativo di richiesta di chiarimenti alla sindaca Toscano ed al dottor Di Benedetto, ma anche a tutti gli organi di controllo e di vigilanza della società e dei due enti pubblici che partecipano la FuniErice”. In quest’ultimo caso si tratta dello stesso Comune e del Libero Consorzio Comunale di Trapani, proprietari al 50%. I tre consiglieri sottolineano nella loro nota che “dalla lunga azione di controllo e monitoraggio, eseguita negli ultimi mesi sui documenti della società”, hanno avuto modo di riscontrare “numerose anomalie e presunte irregolarità che nulla hanno a che fare con la tanto decantata trasparenza e legalità di cui spesso parla la sindaca”. L’iniziativa dei tre rappresentanti della minoranza ruota attorno ad una interrogazione che hanno presentato in aula.
Sei punti da chiarire
L’attenzione dei consiglieri si concentra su Di Benedetto. Gli addebitano una serie di mancati controlli. Nella nota si legge: “Non avrebbe provveduto a chiedere all’amministratore unico Spagnuolo di elaborare e presentare il piano industriale 2024-2026 entro il 31 dicembre 2023, come previsto dallo Statuto, consentendo al sindaco di Erice di deliberare, il 15 dicembre 2023, l’assunzione a tempo indeterminato di un nuovo impiegato amministrativo part time 50% pur non essendo stata eseguita, ex ante, la doverosa valutazione d’impatto economico finanziario di tale assunzione nel bilancio della FuniErice”. Altra anomalia riscontrata dai tre consiglieri e riferita ancora a Di Benedetto: “Avrebbe consentito allo stesso Spagnuolo di approvare una gara di appalto di circa 3,5 milioni di euro per la revisione straordinaria della funivia di Erice senza che l’impatto economico e finanziario di tale impegno fosse stato valutato ed autorizzato nel piano industriale 2024-2026 e senza verificare il mantenimento degli equilibri di bilancio ed il possesso delle riserve necessarie da parte del bilancio della FuniErice”. Terzo punto critico: “Avrebbe assunto il ruolo di RUP della citata gara, su designazione del sindaco di Erice, dal 29 gennaio al marzo 2024, pur essendo responsabile del controllo analogo del Comune e quindi anche della FuniErice – controllante e controllato – ma cosa ancora più grave, non possedendo presumibilmente i requisiti previsti dalla legge al momento dell’assunzione dell’incatico di RUP della FuniErice, tanto che si dimetteva a marzo 2024 da RUP dopo un’interrogazione dei consiglieri d’opposizione, nonostante il sindaco e l’amministratore avessero dichiarato che fosse in possesso dei requisiti per svolgere tale ruolo – esiste dunque la dichiarazione di compatibilità -, salvo poi percepire un compenso importante nel luglio 2024 dalla società per avere svolto una ruolo che evidentemente, stando così le cose, non avrebbe potuto svolgere”. La nota torna sulla gara da 3,5 milioni di euro ed all’assemblea dei soci che aveva dato il suo via libera affidandone la gestione alla CUC, che vede il Comune di Erice come capofila. “In realtà – continua la nota – dalla lettura del verbale dell’assemblea non si trova una simile deliberazione ed autorizzazione a procedere”. I tre consiglieri puntano la loro attenzione nei confronti del dirigente del Comune anche per altri due casi: uno relativo ad una omessa segnalazione e l’altro al recupero dei danni economici e finanziari per i contenziosi aperti con Iris La Rocca. Sempre Di Benedetto “non avrebbe provveduto a fare recuperare i danni economici e finanziari ed i potenziali danni erariali”. La dottoressa La Rocca era stata rimossa e revocata dall’incarico di componente del collegio sindacale.
I consiglieri Mannina, Pollari e Favara chiamano in causa gli attuali componenti del collegio sindacale: “Hanno provveduto a controllare tutti gli aspetti e gli interrogativi sollevati?”. Ed in collaborazione con i collegi sindacali dei due soci. Due chiose finali: “L’impressione, e speriamo di sbagliarci, è che la FuniErice sia gestita alla stessa stregua di una cosa propria e non cosa pubblica”. Poi un messaggio forte e chiaro alla sindaca: “L’organo d’indirizzo politico della partecipata non è la sindaca ma il consiglio comunale”.