La morte è assassina quando ti coglie di sorpresa, quando ti colpisce duro anche se non è il tuo turno. E’ assassina perché ti uccide i ricordi. Se poi i ricordi sono legati ai tuoi anni più belli, forse i migliori, all’entusiasmo di una redazione che pensava di cambiare, nel suo piccolo, il mondo, al gioco di squadra, ti lascia un vuoto che diventa dolore fisico. E’ quel che sento, dopo avere saputo della morte di Vito D’Antoni. Il sorriso fatto persona. Arrivata a Telescirocco ed alla fine una risata seppelliva magari una giornata no. Una carica esplosiva quella di Vito, che finiva per coinvolgerti anche quando non ne avevi proprio voglia. Mangiava la vita, Vito. Non faceva le cose, si buttava sulle cose. Qualche volta era necessario intervenire, perché un vulcano va fermato. Non c’era un problema di ognuno di noi che non diventasse anche suo. Era generoso. Non sto parlando di una persona che frequentavo. Ci siamo persi di vista. L’ultima volta che ci siamo salutati ed abbracciati è stata durante una convention elettorale. Presentava e moderava una kermesse organizzata dalla candidata alle Regionali Doriana Licata. Entrai in una sala stracolma di gente, non ricordo più se a Castelvetrano o Campobello di Mazara, e lui era al lavoro, riuscì a vedermi e mi salutò “in diretta”, invitando il pubblico presente a farmi pure un applauso. Vito era così, spontaneo, imprevedibile. Libero, a volte ingenuo come un bambino. Sapere che non c’è più, che ci ha lasciato a soli 57 anni, è pesante da accettare, anzi è inaccettabile. V.M.
E’ MORTO VITO D’ANTONI. UNA STORIA DI TV E RADIO
12 Maggio 2024
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