TRAPANI, LA PRESIDENTE BIANCO IN PANNE. CONSIGLIO INGOVERNABILE

22 Marzo 2024

La presidente Anna Lisa Bianco dovrebbe dimettersi non perché è stata coinvolta in una indagine con l’accusa di corruzione nell’ambito di un concorso all’Azienda sanitaria provinciale. Ha legittimamente deciso di rimanere al suo posto e ne ha tutto il diritto. Si può essere d’accordo o meno, ma si tratta di una valutazione politica che rimanda al confronto consiliare ed alle dinamiche di maggioranza. La presidente dovrebbe invece dimettersi perché stenta, e non poco, a gestire i lavori d’aula. Nella seduta di ieri sera, ad alta tensione, ha consentito al sindaco Giacomo Tranchida di bollare il consiglio in questo modo: “Qui è diventato un circo equestre, applausi e cotillon…”. Il primo cittadino ha poi potuto definire il consigliere Maurizio Miceli un “bugiardone, il consigliere Tore Fileccia, oltre a “comico nano” della nota mattutina, pure “comico nano politico”, mettendolo a confronto con Roberto Benigni. Tranchida ha anche aperto tra i due (Fileccia e Miceli) una serrata competizione sul titolo “onorifico” di nano politico. La presidente ha permesso, sempre al sindaco Tranchida, di canzonare il consigliere Gaspare Gianformaggio alludendo all’inchiesta – la stessa della presidente Bianco – che lo ha chiamato in causa: “Quale busta vuoi?”. Di converso Gianformaggio in risposta alle allusioni del primo cittadino l’ha definito “mascalzone politico”, mentre Fileccia ne ha approfittato per apostrofare Tranchida, “maleducato ed ignorante in materia”, tornando sulla vicenda “nano” e denunciando una mancanza di rispetto verso questa malattia. Presidente che ha concesso interventi per fatto personale, senza saperli poi gestire, minacciando di togliere la parola che aveva appena dato. Un’assemblea che ha spesso lasciato spazio alla bagarre politica con consiglieri e sindaco che intervenivano senza autorizzazione della presidenza, costretta in una delle fasi “calde” a sospendere i lavori d’aula. In oltre un’ora e mezza d’aula, la presidente non ha mai ritenuto opportuno difendere l’istituzione consiglio sia dagli strali sindacali che da qualche eccesso consiliare. Ha provato a metterci una pezza il consigliere di maggioranza Salvatore Daidone che ha chiesto ed ottenuto – rispetto a tutto quello che era accaduto in aula – di aggiornare i lavori anche se l’aula faticosamente era arrivata alla discussione di alcune modifiche al regolamento sui centri sociali territoriali. 

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