MAZARA, LA SCELTA DI SAFINA, IL VOTO DEL 2019 ED I NUOVI SCENARI POLITICI ED ELETTORALI

2 Marzo 2024

Pasquale Safina, con il suo Movimento “Voci Democratiche” è la quinta gamba della coalizione che sosterrà la candidatura a sindaco di Nicola Cristaldi. E’ invece una questione aperta se sarà anche la quinta lista. L’ex presidente dell’Ars ha già 4 liste in campo: Futuristi, Orgoglio Futuro, Cristaldi Sindaco e Mazara Movimento. L’adesione al progetto cristaldiano di Safina consolida lo scenario di una città ormai da considerare come esperimento politico. Il gioco delle alleanze, ancora in corso, ha fatto saltare tutti gli schemi regionali e nazionali, anche se si tratta di un Comune che andrà al voto con il sistema proporzionale con il maggioritario che impone di stringere accordi trasversali per essere competitivi. A Mazara è saltato il tappo delle alleanze politiche. Non c’è il centrodestra ma non c’è neanche il campo largo progressista. La scelta di Safina ha soltanto aggiunto un nuovo tassello ad un quadro politico sempre più anomalo che vede partiti divisi al loro interno ed accordi sui generis spesso mitigati da un profilo civico tutto da dimostrare, perché dietro ci sono gruppi dirigenti di partiti ben definiti. Safina è un ex consigliere comunale del Partito Democratico. Ed è stato candidato sindaco alle Comunali di aprile 2019, ottenendo il 4,2%, oltre un punto percentuale in più della lista “Voci Democratiche” che non riuscì ad andare oltre il 3%. Sono le elezioni che hanno registrato il ballottaggio tra l’attuale sindaco Salvatore Quinci e l’allora rappresentante leghista Giorgio Randazzo. Safina, fino a pochi giorni dal voto, era indicato come il candidato sindaco del Pd. Ma il partito si divise al suo interno. Una sua parte, inizialmente lo stesso Safina, entrò a far parte della lista civica “SiAmo Mazara”, schierata con Quinci. Le elezioni del 2019 sono di appena cinque anni fa, ma la corsa, a volte, impazzita della politica, amplifica la consistenza del tempo. Quando Safina decide di rompere e di candidarsi a sindaco, il segretario cittadino del Pd era Teresa Diadema, che fino a poco tempo fa, prima delle sue dimissioni, era presente nella giunta del sindaco Quinci in quota all’Mpa, partito di centrodestra che ha deciso di appoggiare la candidatura a sindaco di Vita Ippolito. Ed ancora, nel 2019, quando Safina notifica lo strappo anche al suo partito, il segretario regionale era Davide Faraone, oggi punto di riferimento di Italia Viva, partito che sta dalla parte del primo cittadino Quinci e che si ritrova alleato di Fratelli d’Italia, Azione e dei gruppi civici che fanno riferimento a Quinci. Il Pd, ancora una volta, andrà al voto senza simbolo. Difficile infatti per la sua dirigenza affiancarlo a quelli di Mpa, Democrazia Cristiana, Forza Italia, Udc, La Forza dei Fatti di Francesco Foggia che rivendicano la loro appartenenza al centrodestra e che hanno presentato la candidata Ippolito come espressione di questa coalizione. Stessa difficoltà incontrata dal Movimento Cinque Stelle, che cinque anni fa, mostrava i muscoli con la candidatura di Nicolò La Grutta che raggiungeva il 18% piazzandosi terzo dietro a Quinci e Randazzo. Anche i pentastellati saranno civici – un pezzo consistente, ben due consiglieri comunali uscenti e non solo – e sosteranno Vita Ippolito. A conti fatti uno dei pochi punti politici che continua a tenere la rotta della coerenza è quello del confronto a distanza tra il sindaco Quinci ed il suo sfidante del 2019, Randazzo. Non ci sarà un altro scontro diretto perché Randazzo sarà soltanto candidato al consiglio comunale. Ma almeno per quanto riguarda questi due protagonisti della politica cittadina – anche se entrambi in versioni rivedute e corrette rispetto al voto precedente – c’è la conferma di una sfida e di una contrapposizione sul governo di Mazara del Vallo.

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