Vince la realpolitik, che riduce il potenziale giustizialista e fa emergere le ragioni garantiste. In sintesi: Anna Lisa Bianco non si dimette. Rimane presidente del consiglio, così come aveva deciso di fare all’indomani dell’indagine “Aspide” che l’ha coinvolta con l’accusa di corruzione per un concorso all’Azienda sanitaria provinciale. L’ha spiegato in una nota, l’ha ribadito ai colleghi di maggioranza. Le dimissioni sarebbero, per lei, un’ammissione di colpa. Ritiene invece di non avere commesso nessun reato e che sarà in grado di dimostrarlo nelle sedi giudiziarie. Si assume pienamente la responsabilità di questa scelta e di conseguenza, dopo la sentenza del Tribunale del Riesame, che ha annullato gli arresti domiciliari e che le ha riaperto le porte dell’aula, si accinge a svolgere pienamente la sua funzione di presidente, guidando i lavori consiliari alla prima occasione utile. Sul fronte politico avrebbe annunciato la sua autosospensione dal gruppo “Trapani Tua” che la porterà ad entrare a far parte del “misto”. La maggioranza – che si è riunita ieri sera – avrebbe preso atto delle determinazioni della presidente sotterrando l’ascia di guerra – almeno per il momento – che era stata impugnata con le ripetute richieste di dimissioni, con dichiarazioni, documenti politici e non ultimo con l’intervista dell’assessore Lele Barbara. La coalizione Tranchida ha dunque deciso – probabilmente con qualche mugugno che filtra in maniera trasversale tra i gruppi che la compongono – di non arrivare ad una fase di rottura e di non ritorno. Ha dunque abbracciato il credo garantista che le consentirà di mantenere i numeri in aula che sarebbero diventati alquanto ballerini in caso di uno strappo nella maggioranza in attesa di delineare un nuovo assetto interno per il necessario rilancio di uno schieramento che sta affrontando diverse emergenze sempre più serrate: acqua, strumenti finanziari e ad altro ancora.
TRAPANI, PASSA LA LINEA BIANCO. LA PRESIDENTE “CONVINCE” LA MAGGIORANZA
27 Febbraio 2024
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