Più che un invito, ha il sapore di un ultimatum politico. Il Pd, a poche ore dalla riunione di maggioranza sul caso Anns Lisa Bianco, esce allo scoperto ed invita il gruppo “Trapani Tua” – gruppo della presidente – a prendere atto che il vertice dell’aula non può essere messo in fibrillazione e che la consigliera ha una sola strada fa seguire, quella delle dimissioni dalla carica. La presidente, sospesa, dopo essere stata coinvolta nell’operazione “Aspide” – prima agli arresti domiciliari, ora indagata a piede libero dopo la sentenza del Tribunale del Riesame – non ha mai preso in considerazione, almeno con atti formali, l’ipotesi di un suo passo indietro. E’ stata finora sostituita dal presidente Andrea Genco, ma presto potrà tornare in aula, perché l’interdizione di 10 mesi riguarda soltanto l’Azienda Sanitaria Locale e non la sua carica politica. Il Pd non poteva essere più duro e la nota lascia intendere chiaramente che la maggioranza è divisa sul punto, di certo il gruppo della Bianco, che fa riferimento all’assessore regionale Mimmo Turano, non sembra essere d’accordo con la necessità del passo indietro della presidente. Dimissioni che il Pd torna a chiedere perché erano già stata avanzate dal deputato regionale Dario Safina ed anche dal segretario provinciale Domenico Venuti. Richiesta di dimissioni che ha anche il sigillo politico della segreteria regionale del Pd. Il confronto di queste ore ha dunque portato i dem ad accelerare: “Pur nella diversità delle anime che compongono la maggioranza, il punto di equilibrio, oltre al bene della comunità che rappresentiamo, è sempre il rispetto delle istituzioni e dei ruoli istituzionali”. La segretaria Astrid Di Pasquale ed il presidente Salvatore Tarantino affondano il colpo: “La recente inchiesta Aspide, inerente la sanità in Provincia di Trapani, ha fatto emergere un quadro desolante circa una presunta illecita modalità di gestione del sistema sanitario e della cosa pubblica, un quadro che mette in luce come lo stesso sembra essere terra di conquista, sia nella spregiudicata gestione delle risorse economiche che nelle modalità di reclutamento del personale”. Da qui il foglio di via dem: “Nessuno può pensare di anteporre eventuali giochi politici al rispetto per il ruolo e per l’assise civica, soprattutto se si parla della carica del presidente del consiglio il quale, per definizione, svolge un ruolo di garanzia che richiede imparzialità e senso del dovere”. Di Pasquale e Tarantino vogliono essere chiari fino in fondo: “La prima carica istituzionale del massimo consesso cittadino, non possa essere sfiorata da ombre che ne offuscano la limpidezza e la dignità istituzionale, nel rispetto di tutto il consiglio comunale e soprattutto dei cittadini ivi rappresentati”. In sintesi: Anna Lisa Bianco non può stare ancora al vertice del consiglio. Se lo fa manda in pezzi la maggioranza che è già divisa di suo e che ancora deve metabolizzare il fuoco di fila di fine 2023 contro l’assessore agli Eventi Lele Barbara.