CONGRESSO PROVINCIALE FDI/3, MARROCCO: “NESSUN CONFRONTO. PARTITO CHIUSO”

25 Novembre 2023

Bocciatura netta, senz’appello, ma nulla di personale. Livio Marrocco si è candidato al vertice del partito provinciale perché non si riconosce in una forza politica che in questi anni non ha saputo organizzarsi, che non ha voluto discutere e che non è riuscita a fare sintesi. Si tratta del partito che ha gestito Maurizio Miceli. “Nessuno – ha sottolineato l’ex parlamentare – vuole la morte politica di nessuno, ma dobbiamo dire come sono andate le cose”. E per Marrocco sono andate decisamente male: “Finalmente con questo congresso, c’è stata la possibilità di parlare”. Entusiasmo che Marrocco ha però smorzato nella sua replica prima di aprire i seggi per eleggere il nuovo coordinatore. “Sono deluso”, ha rimarcato. “Questa – ha aggiunto – era una buona occasione per confrontarci. Ed invece ci sono stati pochi interventi. Poca gente presente per la decisione di istituire i seggi anche in altri territori e soprattutto l’attenzione puntata sulle tessere”. Marrocco ha poi voluto tracciare una netta linea di confine: “In un partito, l’organizzazione è fondamentale. Ed il partito non si è organizzato. Certo, abbiamo perso le elezioni per diversi fattori ma di certo è stato subito chiaro che non eravamo preparati. L’organizzazione serve per farsi trovare pronti. In una comunità politica come la nostra non può essere delegato tutto alle tessere. Registro una voglia di appartenenza, di confronto che non è stata colta dal nostro coordinatore provinciale. Non c’è stato confronto, le scelte sono state fatte senza coinvolgere il partito. Il risultato è che non siamo visibili, non siamo presenti come sarebbe opportuno nei territori. Eppure siamo il primo partito d’Italia, siamo il partito guida della coalizione di centrodestra e dovremmo sentire questa responsabilità, che impone dialogo, capacità d’ascolto e di mediazione. Non c’è stato nulla di tutto questo. Siamo in ritardo nei territori. Non dettiamo l’agenda delle priorità.

Le critiche a Miceli 

L’ex sindaco di Custonaci Peppe Bica si è schierato al fianco di Marrocco. Il suo intervento congressuale è stato sicuramente tra i più duri nei confronti del coordinatore uscente: “Caro Maurizio dobbiamo dirci le cose come stanno. A Trapani, alle Comunali, è accaduto che il partito ha registrato la percentuale più bassa in tutto il territorio nazionale. Come si fa a considerare il risultato delle Regionali soltanto guardando al seggio. Ricordo a Miceli che 10 mila voti sono andati alla lista, perché i trapanesi hanno dato fiducia alla Meloni, che altri 10 mila voti sono frutto del mio impegno e dell’onorevole Nicola Catania, mentre il resto della lista, per carità, da ringraziare per il sacrificio, ha ottenuto risultati davvero scarsi. Senza i 10 mila voti di lista, il seggio non sarebbe scattato. Nella lista per il consiglio comunale di Trapani un terzo dei candidati non è andato oltre 10 voti. La mia nomina in giunta è stata decisa a 24 ore dalla presentazione della candidatura. Da uomo di partito ho detto sì, ma doveva essere ben altro il percorso da seguire. Questo non è un congresso ma un votificio, eppure sento, in giro, tanta voglia di fare comunità, di appartenere, ma per farlo bisogna confrontarsi, convocare gli organismi dirigenti per parlare. Non è stato fatto nulla di tutto questo”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex consigliere comunale di Trapani Nicola Tardia: “Oggi chi prende 200 voti si sente Napoleone, noi, pur lavorando sul campo e facendo esperienza, ci sentivamo sempre inadeguati, pronti a fare sempre di più per il partito. Qui contano solo le tessere. La prima volta che ho partecipato ad un congresso avevo 6 anni e mi chiusero in un armadio per evitarmi il rischio di essere colpito dalle sedie che volavano. Non avevamo nulla, ci scontravamo sulle idee e sui progetti.

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