L’ANCI SICILIA, LE INDENNITA’ DI SINDACI, ASSESSORI E CONSIGLIERI ED IL CASO TRAPANI

27 Ottobre 2023

Paolo Amenta ha fatto saltare il banco. L’ha fatto da presidente dell’ANCI Sicilia con una lettera di poche righe al Presidente dell’Ars, ai Capigruppo delle forze politiche presenti a Sala d’Ercole e per conoscenza ai sindaci ed ai commissari straordinari. Di cosa s’è accorto Amenta? Che la legge regionale per l’adeguamento delle indennità di sindaci, assessori e presidenti di consiglio può fare davvero male alle già traballanti casse comunali. Il Presidente dell’ANCI siciliana fa riferimento al contributo di 6 milioni di euro che la Regione ha messo a disposizione delle amministrazioni comunali che hanno inteso passare all’aumento delle indennità. Amenta prova ad essere preciso, quasi chirurgico. Il problema sta nell’articolo 2 della legge regionale 22 febbraio 2023, la numero 2, che ha previsto il contributo in questione. Ecco cosa scrive il Presidente: “La norma in parola non soltanto prevede un contributo inferiore al 25%
del totale, ma per una gran parte delle amministrazioni si sta tramutando
in una beffa: infatti agli enti che non decideranno di prevedere con risorse proprie
l’integrale adeguamento non spetterà neanche un centesimo del contributo
previsto”. Da qui la richiesta: “Alla luce delle superiori considerazioni si chiede urgentemente l’approvazione di una modifica normativa che consenta a tutte le
amministrazioni comunali di poter utilizzare detto contributo”. In soldoni significa che l’operazione messa in atto a Trapani, ad esempio, quella di utilizzare soltanto la quota di contributo spettante a Palazzo d’Alì della somma regionale non è praticabile. Non possono essere utilizzati soltanto 126 mila euro su 300 mila, costo dell’aumento delle indennità a regime se non c’è la conseguente copertura finanziaria del Comune. E se il Comune non provvede perderà anche i 126 mila euro che gli erano stati assegnati. Ma – sempre a mo’ d’esempio – dove va a prendere i soldi un Comune come quello di Trapani che non ha ancora il bilancio di previsione 2023 e per essere più precisi è fermo al previsionale 2021, ultimo strumento finanziario approvato dal consiglio comunale competente in materia. L’opposizione canta vittoria e parla di amministrazione sbugiardata. Ma è anche vero che senza un intervento legislativo dell’Ars la vicenda può trasformarsi in un ennesimo caso di caos politico-istituzionale.

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