I file riservati sull’indagine che ha portato all’arresto di Matteo Messina Denaro dovevano finire nelle mani del fotografo Fabrizio Corona. Era questo l’obiettivo del carabiniere Luigi Pirollo – in servizio alla Compagnia di Mazara del Vallo – e del consigliere comunale di Mazara del Vallo Giorgio Randazzo, esponente di Fratelli d’Italia. Pirollo aveva sottratto quasi 800 file dal sistema informatico dell’Arma e li ha consegnati a Randazzo che ha contattato Corona. E’ questa la tesi del Procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e del suo aggiunto Paolo Guido. L’indagine ha così portato Pirollo e Randazzo agli arresti domiciliari. Il primo con le accuse di accesso abusivo al sistema informatico e di violazione del segreto istruttorio, il consigliere dovrà invece rispondere del reato di ricettazione. L’obiettivo di vendere i file a Corona non sarebbe andato in porto, lo stesso fotografo – la sua casa milanese è stata perquisita – avrebbe indirizzato il suo interlocutore in altra direzione, verso Moreno Pisto di online Mow. Un’indagine che scuote la politica mazarese ad un anno dal voto. Randazzo è uno dei rappresentanti più in vista e quotati dell’assemblea consiliare, spesso a capo dell’opposizione all’amministrazione del sindaco Salvatore Quinci. Alle Comunali del 2019 sfiorò la vittoria contro l’attuale primo cittadino con un ballottaggio di grande intensità politica ed elettorale.