TRAPANI, COMUNE E TERZO SETTORE. LA STRATEGIA DELL’ASSESSORE TOSCANO

13 Aprile 2023

Un’alleanza per costruire una rete di relazioni e di servizi. Un’intesa che può contare su un sistema normativo e sulle risorse finanziarie. Un progetto che pone Trapani in prima linea, con l’assessore Massimo Toscano (nella foto), che ha chiesto ed ottenuto la delega ad hoc per coltivare l’accordo, quello tra il Comune ed il Terzo Settore. Un convegno – “Terzo Settore ed Enti Pubblici, 14 aprile (domani), Sala Perreira, ore 9 – aprirà le porte al dialogo.

Cos’è nel concreto il Terzo Settore?
“Direttore, come ben noto il Terzo settore esiste da decenni ma è stato riconosciuto giuridicamente in Italia solo nel 2016, in particolare con la Legge delega 106 del 2016 ma soprattutto con l’avvio della riforma che lo interessa e che ne definisce i confini e le regole di funzionamento, ovvero il decreto legislativo 117/2017 definito Codice del Terzo Settore. Nel dettaglio il Terzo Settore è l’insieme degli enti privati – organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, enti  filantropici, imprese sociali, incluse le cooperative sociali, reti associative, società di mutuo soccorso, associazioni riconosciute o non riconosciute, fondazioni altri enti di  carattere  privato diversi dalle società – che si affiancano alle istituzioni pubbliche e al mercato interagendo con entrambi. senza scopo di lucro, promuovendo e realizzando attività di interesse generale che vanno dalla tutela dell’ambiente all’animazione culturale, dai servizi sanitari all’assistenza a persone con disabilità, dando vita ad un nuovo originale soggetto, gestendo spesso servizi di welfare istituzionale, rappresentando la tutela del bene comune e la salvaguardia dei diritti negati”.
Perché è importante la collaborazione tra amministrazioni locali e Terzo Settore?
“L’importanza è di facile riscontro laddove la politica però decida di imparare dagli errori del passato. Un solo motivo tra tanti, che tra l’altro mi ha spinto a richiedere una delega assessoriale credo inesistente negli altri Comuni, riguarda purtroppo la pandemia collegata al Coronavirus. Ma vi immaginate se tutta l’Italia non avesse avuto gli Ets, come saremmo arrivati ai soggetti fragili, agli anziani, ai malati, ai poveri per la distribuzione dei viveri o dei medicinali? Dico e ribadisco come avremmo fatto a superare questa criticità? Con quali mezzi? Con quale personale? Con quali risorse? Con quale individuazione dei bisogni?. Ebbene tutto sta in un principio, ossia il principio solidaristico che sta alla base di un altro principio, ovvero il principio della sussidiarietà orizzontale che fonda il nostro articolo 118 della Costituzione. In altre parole l’importanza delle partnerships pubblico – privato previste nel Codice del Terzo Settore consiste nel fatto che gli enti privati possono essere preziosi alleati degli enti pubblici nei diversi settori di attività di interesse generale, e così come l’articolo 55 del Codice del Terzo Settore ha stabilito, sono considerati non più soggetti controinteressati – la pubblica amministrazione che persegue l’interesse pubblico acquistando prestazioni, il Terzo settore che compete per offrirle alle migliori condizioni di mercato – ma alleati nell’individuare le modalità per assicurare diritti e rispondere ai bisogni dei cittadini. Poi i dati confortano la necessità di uno specifico interesse: oltre 350 mila organizzazioni, 5 milioni e mezzo di volontari, 850 mila dipendenti, oltre il 4% del Pil. Se tutto questo mondo lo proiettiamo verso la definizione e attuazione delle politiche in diversi ambiti, e se comprendiamo come siamo dinanzi ad un modello di economia sociale che sostiene i cittadini e i territori più fragili in grado di operare per la riduzione di povertà e diseguaglianze e per la crescita di fiducia, coesione sociale e democrazia, ecco come l’importanza risulta chiara”.
Il sistema Trapani è già a regime?
“A Trapani sono stati fatti passi in avanti ma possiamo e dobbiamo migliorare e perfezionare l’utilizzo della norma. Abbiamo il dovere di cogliere le opportunità facendoci trovare attenti e soprattutto preparati, solo così potremo essere soddisfatti di aver reso onore al nostro servizio amministrativo. Bisogna sforzarsi di interpretare al meglio la norma e per fare questo occorre apprestarsi con umiltà e con tanta voglia di conoscere e migliorarsi al dettato normativo che offre strumenti di lavoro innovativi, ma principalmente necessita d’intercettare i bisogni del territorio, che sono sicuramente almeno nella possibile graduatoria, diversi da altri. La politica deve perdere la cattiva abitudine di intercettare finanziamenti che non rispondono alle vere esigenze territoriali, perché in questo modo non rendiamo un servizio utile alla nostra cittadinanza e contribuiamo ad alimentare quella diseguaglianza territoriale che tanto contrasta con il principio sottostante i livelli essenziali di prestazione, ovvero le uniformità territoriale, sociale ed economica della nostra Nazione. Intercettando finanziamenti inopportuni togliamo opportunità ad altri territori che con quelle risorse contrasterebbero un bisogno primario. Dobbiamo comprendere che per soddisfare un bisogno occorre saperlo riconoscere, posizionarlo in una apposito elenco e quindi programmare in modo ordinario. I bisogni non possono e non devono essere oggetto di una programmazione straordinaria e soprattutto non devono essere affrontati solo con risorse straordinarie, occorre una programmazione almeno triennale in cui allocare risorse in modo ciclico”.
Quali sono le linee di finanziamento per rafforzare la collaborazione tra Comune e Terzo Settore?
“Basti pensare che per il 2022 saranno quasi 60 milioni i fondi destinati agli enti del Terzo Settore dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali previsti dagli articoli 72 e 73 del Codice del Terzo Settore. A questo punto possiamo sostenere che oltre alle risorse tradizionali, come la richiesta di una quota d’iscrizione ai vari soci, le quote di partecipazione dei soci alle diverse attività dell’associazione, le donazioni private – donazioni di persone fisiche e imprese, raccolte fondi tra il pubblico, contributi a fondo perduto da parte di fondazioni erogatrici -, la riforma prevede un sistema articolato di incentivi e di finanziamenti per le attività di interesse generale svolte nel Terzo Settore. Difatti il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha istituito un fondo per sostenere, in particolare, attraverso le reti associative, progetti e attività di interesse generale, individuando ogni anno gli obiettivi generali, le aree prioritarie di intervento e le linee di attività finanziabili, compresi i contributi per l’acquisto di autoambulanze, autoveicoli per attività sanitarie e beni strumentali, utilizzati direttamente ed esclusivamente per attività di interesse generale. Oggi non sono più le pubbliche amministrazioni che programmano e progettano – facendo passare questo lavoro come co-progettazione e co-programmazione ) per poi chiedere agli enti, anche in modo poco corretto, chi esegue questo o quel servizio a condizioni già determinate, ma si parla di finanziamenti rivolti direttamente agli Ets. Dal 2017 presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed esattamente nel Fondo nazionale per le Politiche Sociali, sono trasferite le risorse finanziarie su un apposito capitolo di spesa iscritto nel programma <<Terzo settore: associazionismo, volontariato, Onlus e formazioni sociali>>, nell’ambito della missione <<Diritti sociali, politiche sociali e famiglia>>. E’ dunque tutto a sistema”.                                                                                                V.M. 

Notizie Correlate