Confisca dei beni per circa 6 milioni di euro. Sono riconducibili a Calogero Jonn Luppino. In passato consigliere comunale a Campobello di Mazara, arrestato per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione “Mafiabet”, e punto di riferimento nel mondo delle scommesse e dei giochi on line. “Luppino – si legge in una nota del Comando provinciale dei Carabinieri – dirigeva e controllava il settore economico dell’esercizio dei giochi e delle scommesse affidando alcune delle agenzie ad altri associati mafiosi”. I beni in questione sono definiti da 10 società, 6 terreni, 14 rapporti bancari, un motoveicolo, un cavallo da corsa, denaro contante, titoli di credito e lingotti d’oro. Beni che erano stati sequestrati nel marzo dell’anno scorso. La confisca è stata notificata anche ad altre 15 persone comunque riconducibili a Luppino che si trova in carcere dopo l’arresto del 2019. La nota dei Carabinieri – che hanno eseguito la confisca su richiesta del Tribunale di Trapani-Misure di Prevenzione – sottolinea il ruolo di Luppino: “La sua ascesa era stata favorita, in tutto e per tutto, dagli affiliati dei mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo che obbligavano i vari esercizi commerciali del trapanese ad installare i device delle società di Luppino, pena pesanti ritorsioni. Gli esercizi che invece accettavano il monopolio facente capo a Cosa Nostra, potevano godere della protezione dei mafiosi, pronti a punire chi prendeva di mira gli esercizi commerciali”. “Così accadeva – aggiunge la nota – con un bar della provincia che aveva subito un furto di macchinette per giochi gestite dalle società legate all’imprenditore mafioso. Cosa Nostra aveva individuato il responsabile del furto e, tramite il referente mafioso di quel luogo, aveva provveduto alla punizione del presunto reo, colpevole di avere danneggiato un esercizio che aveva pagato la protezione”. La nota dei Carabinieri sottolinea un altro particolare: “L’ascesa dell’imprenditore Luppino era stata sovvenzionata, con cessioni di denaro ad esponenti di vertice dei mandamenti di Mazara del Vallo e Castelvetrano, tra questi familiari del latitante Matteo Messina Denaro ma anche altri esponenti apicali dell’associazione mafiosa”.