NEONATO ABBANDONATO, RETE DONNE TRAPANI: “PIENA APPLICAZIONE LEGGE 194 E PIU’ INFORMAZIONE”

6 Ottobre 2022

La Rete consultiva delle donne di Trapani prende posizione: “L’abbandono di un bambino nelle campagne di Paceco, l’ennesimo caso nella nostra provincia, è un evento gravissimo che denota anche una grande solitudine in cui si trovano alcune donne. Ciò che è successo è una grande sconfitta e richiama tutti gli organi preposti ad intervenire per prevenire”. La “Rete” si occupa del neonato: “Siamo liete di apprendere che Francesco stia bene e ringraziamo le forze dell’ordine ed il personale sanitario che è prontamente intervenuto, così come è confortante la gara di solidarietà per chiedere in affido il bambino”. Ma per la “Rete” è necessario fare un passo avanti: “Questa vicenda, così come il dibattito che si è sviluppato in campagna elettorale, ci spinge a rilanciare il lavoro portato finora avanti”. “Prima dell’estate . ricorda la “Rete” – abbiamo lanciato una petizione su change firmata da circa 25.000 siciliani – ancora in corso – e successivamente sono state presentate tre interrogazioni parlamentari e una richiesta di audizione all’Ars in commissione Sanità, di cui non abbiamo mai avuto risposta”. Le richieste della “Rete” vanno al punto: “Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere ai parlamentari nazionali, eletti in Sicilia e ai deputati regionali di garantire la piena applicazione della 194/78 a partire dal potenziamento dei consultori e dalle campagne di informazione soprattutto nelle scuole, fra i mediatori culturali e nelle comunità straniere”. Ma è necessario anche intervenire con “maggiori risorse per garantire nelle scuole centri di ascolto e sostegno psicologico nelle con personale laico specializzato e per l’intero anno scolastico”. Nell’elenco della “Rete” anche “una verifica di tutti gli organici degli Ospedali siciliani in relazione al numero di medici e anestesisti obiettori di coscienza”. E la necessità “di disporre concorsi pubblici per medici non obiettori, come già fatto in altre regioni italiane e dove è stato accertato che tale pratica non è in contrasto con alcuna norma costituzionale”. In conclusione la “Rete” mette le cose in chiaro su un punto: “Ci teniamo a precisare che tutte le azioni che possono evitare l’abbandono di un bambino sono importanti e che siamo liete che si lavori anche alla creazione di una culla termica, che è uno strumento certamente importante, ma non è un’alternativa alla piena applicazione della 194/1978 , conquistata dalle donne proprio per tutelare la loro salute fisica e psichica ed evitare l’aumento degli aborti clandestini”.

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