SICILIA, CONSULENTI DEL LAVORO: “NO AL SALARIO MINIMO, SI’ AD UNA SANA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA”

24 Settembre 2022

Dopo i lavori della Consulta regionale, che si sono svolti a Terrasini, i consulenti del lavoro hanno provato a tirare le somme con la presidente nazionale Marina Calderone. “Serve – ha sottolineato – un nuovo disegno delle politiche attive del lavoro che consenta di sbloccare l’attivazione dei contratti. Non si può vivere solo di sussidi o di politiche passive, bisogna mettere in campo politiche proattive che aiutino ad avviare le persone al lavoro”. I consulenti del lavoro chiedono “più attenzione al cuneo fiscale e sostegni alle aziende che, essendo vessate dall’aumento esponenziale dei costi, hanno difficoltà a programmare nuovi inserimenti lavorativi, anche perché guardano con molta apprensione all’autunno, all’aumento dell’inflazione”. In Sicilia è schierato un “esercito” di 2.100 consulenti che stanno affiancando le imprese in una fase storica più che mai complicata. La presidente Calderone si è soffermata anche sul Piano nazionale di ripresa e resilienza: “E’ importante potarlo a compimento, sia pure con qualche aggiustamento se concordato con l’Unione Europea, purché si raggiungano gli obiettivi prefissati di modernizzazione e rilancio del Paese e di riduzione del debito pubblico. Assieme a questo occorre alleggerire il carico burocratico che si traduce in una mole insostenibile di costi indiretti”. La presidente Calderone conclude ponendo la vertenza autunno: “Ci aspetta una stagione nella quale sarà opportuno che tutti facciano la loro parte: i tecnici facciano i tecnici, i politici si assumano le loro responsabilità, aziende e sindacati guardino all’intero sistema ed all’efficientamento dei processi”. Da qui l’affondo: “Non è il salario minimo per legge la soluzione, l’obiettivo lo possiamo raggiungere, semmai, in una sana contrattazione collettiva che deve essere maggiormente applicata, tutelata, valorizzata, e che deve ricevere una maggiore spinta ad ottenere l’aumento dei minimi salariali purché prima si risolvano le condizioni di difficoltà che affliggono il nostro sistema produttivo ed industriale”.

 

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