Di cosa si occupa la mafia trapanese? L’operazione “Hesperia” dei Carabinieri delinea la presenza di Cosa Nostra sul territorio. E’ pienamente inserito nel tessuto economico-sociale e punta a condizionare la libertà degli incanti. Ha la gestione pressoché monopolistica del settore della sicurezza nei locali notturni e del recupero crediti. Interviene nelle procedure di aggiudicazione d’immobili oggetto di asta giudiziaria e fa estorsioni nei confronti delle aziende del settore enogastronomico e turistico. Ha grande disponibilità di armi da fuoco. L’operazione antimafia di oggi dice questo e tanto altro ancora. La Direzione investigativa antimafia di Palermo ha emesso ed i Carabinieri hanno dato esecuzione a provvedimenti nei confronti di 70 soggetti, 35 dei quali “gravemente indiziati, a vario titolo – si legge in una nota del Comando Provinciale -, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo, aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose”. Per i 35 sono stati emessi provvedimenti cautelari. Nei confronti degli altri sono ancora in corso delle perquisizioni. Anche l’operazione “Hesperia” “s’inquadra – sottolinea la nota – nella più ampia manovra investigativa condotta per la cattura del latitante Matteo Messina Denaro. Le indagini hanno così fatto luce “sul conto di esponenti di primo piano dei mandamenti mafiosi di Cosa Nostra trapanese, confermandone la riferibilità alla leadership di Matteo Messina Denaro, che sarebbe ancora in grado d’impartire direttive funzionali alla riorganizzazione degli assetti mafiosi in provincia”. Il lavoro degli investigatori e dei Carabinieri ha fatto emergere un altro dato importante: “La perdurante vitalità di Cosa Nostra trapanese, che continua a regolare il proprio funzionamento sul più rigoroso rispetto delle regole ordinamentali che hanno, nel tempo, contraddistinto l’agire dell’organizzazione”. Le investigazioni hanno inoltre consentito di fare un monitoraggio delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Marsala. Da qui è emerso un elemento di novità: “Un uomo d’onore campobellese, recentemente scarcerato e già protagonista, in passato, d’importanti dinamiche riguardanti i rapporti dell’area trapanese con esponenti apicali di Cosa Nostra palermitana, sarebbe gravemente indiziato di avere acquisito centralità in tutto l’aggregato mafioso della provincia, risultando in grado di esprimere una costante e trasversale autorevolezza nell’ambito delle dinamiche tra mandamenti anche esterne al trapanese”. Posizione di vertice “garantita dalla sua vicinanza a Messina Denaro”. Il boss latitante si sarebbe infatti rivolto a lui per definire nuovi equilibri nell’organizzazione. In particolare, l’uomo d’onore campobellese, attraverso un suo fiduciario, ora raggiunto da uno dei provvedimenti cautelari, avrebbe “designato il reggente della decina di Petrosino, chiesto conto della nomina del reggente del mandamento di Mazara del Vallo rimasto vacante dopo l’operazione Anno Zero”. Le indagini hanno anche permesso di ricostruire la successione al vertice di Cosa Nostra marsalese.
Nel sito www.socialtp.it sezione Social Tv le immagini dell’operazione Hesperia