IL “VOTO DISGIUNTO” DI MICHELE RALLO CHE APRE IL DIBATTITO A DESTRA

2 Settembre 2022

Un documento di cinque pagine per spiegare le ragioni di quello che chiama “voto disgiunto”. Nei fatti è uno “strappo” politico, a metà ma comunque significativo. Uno “strappo” ragionato, seguito da una serie di considerazioni. L’onorevole Michele Rallo non voterà Fratelli d’Italia alle Politiche. Lo farà invece alle Regionali. L’ex parlamentare delinea lo scenario che l’ha portato a scegliere Italexit per Camera e Senato. “La vittoria del Centrodestra – scrive – sarà a valanga: 20 punti avanti al Centrosinistra nei sondaggi non si possono recuperare né ora né mai. Dunque, il Centrodestra stravincerà, e Giorgia Meloni avrà il non invidiabile cómpito di guidare il Paese in quello che sarà forse il suo momento più difficile dalla fine della guerra in qua. Se la vittoria del Centrodestra fosse stata in dubbio – lo confesso – non avrei probabilmente fatto mancare il mio voto a
quella coalizione. Magari, come diceva Montanelli, turandomi il naso”. Da qui, Rallo apre il capitolo Fratelli d’Italia e spiega le ragioni dello “strappo” elettorale: “Primo: perché non condivido la svolta “conservatrice” di una nuova destra che si allontana dalle radici sociali e popolari che sono nel DNA della Destra italiana. Secondo, e più importante: perché non condivido assolutamente la scelta di sostenere la guerra americana contro la Russia, guerra a cui siamo estranei e che va contro i nostri interessi. Gli USA vogliono creare un lunghissimo Vietnam in Ukraina, a suon di sanzioni economiche e di forniture di armi
sempre più massicce a Zelenskyi. Il nostro interesse é esattamente opposto: che la guerra finisca il più in fretta possibile, e che l’Italia e l’Europa possano uscire da una devastante crisi economica in cui ci siamo cacciati soltanto per far felice il vecchietto della Casa Bianca. Terzo: perché non condivido il copioso annacquamento dello storico euroscetticismo della Destra, atteso che questa cosiddetta Unione Europea – che in realtà é l’anti-Europa – non difende gli interessi reali dei Paesi dell’Europa meridionale, e prepara per l’Italia una ricetta pericolosamente simile a quella che ha strangolato la Grecia”. Tre motivi di sostanza che portano lo portano a dire che “Italexit, la formazione politica di Gian Luigi Paragone è la meno lontana dalle mie idee e la più vicina agli interessi reali del popolo italiano”. Rallo apre invece un altro scenario per le Regionali. “Qui non si tratterà di votare per i massimi sistemi, per la destra o per la sinistra, per la
pace o per la guerra; ma, più semplicemente, dovremo scegliere da chi farci amministrare, a chi affidare non soltanto i destini della nostra Sicilia, ma anche – e forse soprattutto – la difesa concreta degli interessi della nostra cittá e della nostra provincia.
Parlo della mia Trapani, naturalmente, di questo territorio ricco, ricchissimo di ogni risorsa economica”. Per Rallo è necessario che il territorio “trovi finalmente un paladino, un esponente politico che lo sappia rappresentare in sede regionale; in quella che, in
maniera certamente più diretta e incisiva che non la nazionale, é certamente la sede dove si prendono le decisioni che riguardano le province dipendenti, dove gli interessi locali possono essere promossi, difesi, tutelati”. La soluzione elettorale che indica l’onorevole torna ad essere nell’alveo della Destra e di Fratelli d’Italia ed ha un nome e cognome: Giuseppe Bica, ex sindaco di Custonaci ed attuale consigliere comunale d’opposizione. Rallo lo indica come un “politico di razza” che può essere utile in una Regione che si avvia ad essere governata dal Centrodestra, almeno così dicono gli ultimi sondaggi.

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