C’è un nuovo appuntamento per le Zone franche montane. Meglio, potrebbe esserci. Perché si tratta di volontà politica. Quella del governo regionale che finora non ha messo un solo euro per far partire le ZFM e l’altra dell’Assemblea che sarà chiamata ad approvare il bilancio che sta per arrivare in Aula. Il Comitato per le ZFM non ha mai mollato di un centimetro ed ha inviato l’ennesima lettera alle istituzioni siciliane: Le Zone Franche Montane – si legge nella nota – costituiscono una misura di politica economica adottabile dal governo siciliano per il rilancio delle zone interne dell’Isola che da tempo subiscono un lento processo di spopolamento. Tuttavia, con rammarico, constatiamo che, nonostante il sostanziale via libera romano, in Sicilia è in atto un incomprensibile tentativo di rallentare il percorso istitutivo, coraggiosamente attivato dall’Ars il 17 dicembre 2019. A tal proposito, ci poniamo una domanda. Perché le zone franche montane in Sicilia sono una materia sorvegliata?”. Le cose stanno pressappoco così. Le norme approvate dall’Ars fanno parte di una legge-voto che deve dunque avere il via libera del Parlamento. Il governo ha fatto la sua parte stanziando 100 milioni di euro. Ma non ha potuto indicare direttamente le ZFM per evitare l’intervento dell’Unione Europea con la questione degli aiuti di Stato. Si tratta dunque di 100 milioni per la Sicilia da considerare come una sorta di ristoro per l’insularità. La legge-voto ha fatto i suoi passi in Parlamento ed è ferma al Senato in Commissione perché da Palazzo Madama è arrivata la richiesta alla Regione di dare copertura finanziaria all’avvio della legge, elemento indispensabile per consentire alle norme di arrivare alla definitiva approvazione. La Regione ha prima detto di essere pronta a stanziare 30 milioni di euro, poi però ha approvato una delibera di giunta che affida agli uffici l’impegno ad utilizzare lo strumento del credito d’imposta per 100 milioni di euro. Soluzione che il Comitato ha sempre rifiutato perché non consentirebbe di dare il disco verde alle ZFM. Il Comitato è così tornato alla carica: “Siamo fiduciosi che nell’approvanda Legge di Bilancio riscontreremo una simbolica risorsa che permetterà, oltre a sbloccare l’iter legislativo, di guardare al futuro con fiducia a coloro che non hanno ancora avuto la possibilità di scappare dalle Terre alte di Sicilia. Facciamo appello al senso di responsabilità della rappresentanza parlamentare siciliana, nei confronti di chi vive maggiori disagi derivanti dalla doppia insularità, ovvero di coloro che continuano a resistere nelle aree interne e montane”. La lettera è stata inviata al Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ed ai suoi due vice Foti e Di Mauro. Il presidente dell’Associazione e coordinatore regionale del Comitato Vincenzo Lapunzina taglia corto: “In Sicilia riscontriamo solo irragionevoli e ingiustificabili resistenze. Rilanciamo la palla nel campo di competenza dell’Ars. Ci aspettiamo risposte coerenti e concrete. La Legge è stata approvata il 17 dicembre del 2019. E’ il momento di dimostrare, con i fatti, quanto è importante il futuro delle Terre alte di Sicilia e se le stesse sono concretamente nell’agenda politica di questa legislatura”. In provincia di Trapani la ZFM riguarderebbe il Comune di Erice.
ZONE FRANCHE MONTANE, IL COMITATO: “L’ARS DEVE FARSI SENTIRE”
26 Aprile 2022
Notizie Correlate