LA COALIZIONE TRANCHIDA “RISPONDE” AD AMO TRAPANI ED AL PRESIDENTE GUAIANA

7 Marzo 2022

Quattro firme, quelle di Salvatore Daidone, Giulia Passalacqua, Alberto Mazzeo e Giuseppe Virzì. Quattro firme di maggioranza, quella che sostiene il sindaco Giacomo Tranchida. Quattro firme per fare chiarezza sulla recente riunione di coalizione ma soprattutto per mandare un messaggio forte e chiaro ad Amo Trapani ed in particolare al leader della lista-movimento Giuseppe Guaiana. Messaggio che invita Guaiana ed i suoi a non scaricare sulla coalizione responsabilità che non può avere perché sono invece riconducibili alle scelte che lo stesso presidente del consiglio ed i suoi fedelissimi hanno deciso di fare. Da qui la premessa dei quattro: “I programmi di governo anche di medio periodo si condividono con accordi trasparenti, chiari e facilmente leggibili da parte dei cittadini-elettori. La sottoscrizione di un documento, per di più se alla luce del sole, consente ai cittadini di conoscere non solo quello che è stato realizzato ed è in cantiere – e di cui bisogna essere orgogliosi – ma anche legittimamente di comprendere in prospettiva chi si farà interprete dei cambiamenti che ci hanno positivamente contraddistinto e debbono ancora proseguire e del completamento del progetto di governo della città, così largamente premiato proprio dai nostri concittadini elettori e che con senso di responsabilità ci ha visti, tutti assieme, attori protagonisti”. Ed allora: “Sfuggire ad un tale impegno, andando a ricercare pretesti, andando dietro a evidenti strumentalizzazioni, avanzando pretestuose critiche o montando ad arte occasioni di polemica, certamente non fa il bene di nessuno, anzi rappresenta il segno della debolezza politica di chi non pensa alla città ma solo a se stesso”. L’affondo è così pronto: “Con la sottoscrizione di un articolato documento proposto e sottoposto alla libera valutazione di ciascuno, quindi, nessuno onesto intellettualmente può mai pensare a catene e bavagli ma solo alla semplice quanto precisa ferma volontà collegiale di esprimere una posizione politica trasparente e del tutto coerente con il lavoro svolto in questi anni, che ci aspettiamo quantomeno ci venga lealmente riconosciuto. Probabilmente, le aspirazioni personali hanno condotto il fibrillante consigliere ad essere ostaggio, lui si, delle richieste condizioni di quel partito del quale è ormai notorio componente e nel quale intende candidarsi alle prossime elezioni regionali”.

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