La Cisl Palermo-Trapani non cambia e conferma il segretario Leonardo La Piana. La due giorni congressuale si è conclusa con la strategia indicata dallo stesso La Piana: “Vogliamo esserci per cambiare le condizioni attuali dei nostri territori. Dal dialogo passa la visione futura che deve essere strategica e centrata su ciò che c’è, come le grandi potenzialità di Palermo e Trapani e le loro province ma anche su ciò che deve essere realizzato per far in modo che la grande opportunità offerta dal Pnrr non resti una chimera. Dobbiamo avere chiaro che i fondi del Piano saranno utili socialmente se saranno rispettate alcune condizioni: l’incremento dell’occupazione nei territori in cui il tasso di disoccupazione è consistente, l’applicazione dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative; la nascita di progetti integrati di sviluppo utili, che restino attivi anche dopo. Deve esserci coerenza tra quanto si decide in fase di programmazione degli interventi e la reale ricaduta sul territorio e sulle aziende che, messe alle strette, potrebbero provare a scaricare il costo sociale dell’interventi”. Ed ancora: “Siamo consapevoli del fatto che quando non c’è una visione d’insieme e strategica ognuno pensa di fare un pezzo e si convince man mano che quel pezzo possa diventare il totale. E’ il rischio della frammentazione senza visione. Ciò infatti è quello che pensiamo rispetto ai temi che riguardano le nostre province. Non siamo convinti, insomma, che coloro che devono decidere abbiano chiaro che il Sud di questo Paese, la Sicilia, e più in particolare Palermo e Trapani partono da condizioni di svantaggio che se non colmate per tempo renderanno il gap, rispetto alle altri parti del paese ancora più ampio”. La Piana rilancia sulle politiche attive del lavoro: “Dobbiamo continuare a spingere per politiche attive universali che agevolino percorsi di rinascita lavorativa e che aiutino tanti ragazzi e ragazze ma anche quella generazione di mezzo, dai 35 a 50 anni, che rischiano di essere espulsi dal mondo del lavoro. Sarà necessario potenziare i Centri per l’Impiego per renderli efficaci nell’azione e più in linea con quanto accade in altri Paesi europei che nel tempo hanno fortemente investito in questa direzione”. Il segretario ha aperto un focus sul territorio di competenza: ” I due territori soffrono della carenza di progettisti esecutivi negli enti locali. In sintesi non si possono realizzare i progetti esecutivi perché le pubbliche amministrazioni non sanno a chi farli predisporre. Bisogna pensare al reclutamento di questo personale specializzato nelle pubbliche amministrazioni. C’è il know – how di tante imprese siciliane e territoriali che sono leader in alcuni settori ma nello stesso tempo e il tessuto imprenditoriale locale è debole finanziariamente per reggere l’impatto del Pnrr e spesso restio alle sinergie di filiera. Le aziende sono restie ad investire perché sostengono un costo della energia tra i più alti di Italia, utilizzano infrastrutture scadenti, sanno di non poter contare su un piano industriale regionale prospettico e quindi, non intravedono una idea di futuro”. Altro focus sul lavoro: “La situazione del lavoro nelle nostre province presenta una condizione di povertà determinata da alcuni indicatori quali la bassa competitività del sistema, il minor numero delle ore lavorate, la manodopera sempre meno qualificata. Si continua a morire per lavoro per questo chiediamo a gran voce più controlli, il rilancio del lavoro delle Rls che si faccia formazione sulla cultura della sicurezza, che si crei una sorta di patente a punti sulla sicurezza. Sta di fatto che ormai questa è una vera e propria pandemia”.