IL PIL DI DRAGHI CRESCE MA C’E’ CHI CHIUDE. L’AQUARIUS SOSPENDE LE ATTIVITA’ ALLA PISCINA COMUNALE

1 Febbraio 2022

Il Pil vola, ci aggiorna costantemente la propaganda di Stato. Più 6,5%. L’Italia da boom economico. Salvo poi il riscontro essere con il “morto” 2020. Vola così alto che le aziende chiudono o licenziano. Ed anche chi ha a che fare con la pubblica amministrazione è costretto a fare un passo indietro. A Trapani ha fermato tutto l’associazione “Aquarius Nuoto”. Ha finora gestito la Piscina Comunale di Via Tenente Alberti ma non è più in condizione di farlo perché le bollette sono fuori controllo. Da oggi chiude temporaneamente i battenti, come si legge in una nota. Il motivo è presto detto: “Il caro bollette ha piegato le gambe ad un settore già in crisi per l’emergenza sanitaria da Covid 19”. L’associazione sottolinea di avere “provato a resistere alla crisi sanitaria ancora in atto”, ma ha dovuto allargare le braccia perché “gli aumenti di luce e gas sono vertiginosi”. Il presidente Sergio Di Bartolo non poteva essere più chiaro: “Abbiamo provato a resistere e lo abbiamo fatto per i nostri ragazzi, per i loro genitori e per gli oltre 25 collaboratori sportivi e dipendenti. Per difendere il loro posto di lavoro. Abbiamo resistito al calo delle iscrizioni pensando che prima o poi tutto sarebbe passato ma, il rincaro delle tariffe di luce e gas di oltre il 100% questo no, non ce lo aspettavamo”. Di Bartolo sottolinea una condizione nello stesso tempo drammatica e paradossale: “Nell’ultimo trimestre 2020, pre-pandemia,  con consumi inferiori di energia elettrica rispetto all’ultimo trimestre 2021, si è passati da una spesa di 10.555 euro a quella scandalosa di 20.255 euro, con aumenti che sfiorano il 100%. Stessa cosa per il gas per riscaldare ambienti, acqua della vasca e acqua sanitaria. Nello stesso periodo di riferimento, si è passati da una spesa di 12.050 euro nel 2019 a quella di oltre 25.000 euro del 2021 e sempre pressoché con gli stessi consumi. La situazione è paradossale: proprio nel momento in cui si ha un calo delle iscrizioni i costi lievitano a dismisura. Non accendiamo neppure una stufetta nei locali di segreteria e negli uffici proprio per contenere i costi ma non serve a nulla. Abbiamo fatto di tutto per rimanere aperti, utilizzando un finanziamento del Credito Sportivo per pagare alcune bollette in piena pandemia, ma non è più possibile. Tutti i nostri collaboratori sono arrivati al punto di voler donare il compenso di febbraio per dare una mano all’associazione dove lavorano da oltre 15 anni. È una cosa che non posso accettare“. Si fa sentire anche il portavoce dei collaboratori Salvatore Giacomazzi: “Una realtà sportiva come l’Aquarius è una risorsa per il territorio. Migliaia di ragazzi sono passati da queste acque, ma penso soprattutto alle decine di ragazzi disabili che utilizzano giornalmente questo impianto anche come terapia e contro l’isolamento sociale. Da poco avevamo installato per loro un sollevatore per piscina abbattendo ormai l’ultima barriera architettonica presente“. L’associazione ha incontrato l’amministrazione comunale ma al momento non ci sono soluzioni. L’Aquarius “proverà – si legge nella sua nota – a  tenere l’impianto aperto per le informazioni e per le attività sociali. Continuerà il servizio gratuito di doposcuola  per alcuni minori del quartiere Sant’Alberto, la preparazione a secco delle squadre agonistiche”. Farà tutto questo con una speranza “che il Comune e il Governo centrale possano farci ritornare in acqua velocemente e far riprendere il lavoro ai nostri collaboratori e dipendenti che guardano a noi con fiducia”. 

 

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