Il messaggio che arriva dal Comune di Erice è forte e chiaro. Ed è diretto al Presidente della Regione Nello Musumeci. Le sette pagine di delibera di giunta dicono pressappoco questo: prendi 20 milioni dei 100 che sono arrivati con la Legge di Stabilità e fai partire le Zone Franche Montane. Ed ancora: la Commissione Bilancio del Senato è in attesa di una tua risposta da tempo. Senza copertura finanziaria non può andare avanti e la legge-voto approvata dall’Assemblea regionale siciliana nel 2019 rischia di trasformarsi in carta straccia. Per evitare l’intervento dell’Europa è necessario seguire questo percorso, altrimenti si ferma tutto. La stessa cosa la dicono da tempo anche gli altri 157 Comuni siciliani che attendono il via libera alle ZFM. Il governo nazionale ha stanziato 100 milioni di euro a favore della Sicilia “a titolo di concorso alla compensazione degli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione d’insularità”. I 20 milioni di euro indicati in delibera ed al centro del confronto a distanza con il governo regionale sono la soluzione per “il finanziamento della fase di start up delle Zone franche Montane”. La Giunta Musumeci s’è finora girata dall’altra parte. Ancora peggio, perché alla vigilia di Natale ha approvato una delibera che va in tutt’altra direzione, con un atto d’indirizzo al Dipartimento regionale della Programmazione, quale autorità di gestione dei programmi extraregionali. Chiede al Dipartimento di “adottare tutte le iniziative necessarie, finalizzate alla defiscalizzazione per circa 100 milioni di euro, non gravanti sul bilancio della Regione siciliana, a sostegno delle imprese operanti nelle Zone Franche Montane”. Delibera duramente contestata dai 158 Comuni chiamati in causa e dal coordinamento regionale per l’istituzione delle ZFM. Dopo le dichiarazioni e le polemiche è dunque il momento degli atti amministrativi. Il Comune di Erice ha fatto la sua parte. Ma il pallino rimane nelle mani di Musumeci che può lanciare la sfida delle ZFM ma può anche affossarle.