EX PROVINCE, PRONTO IL DISEGNO DI LEGGE PER UN NUOVO RINVIO DEL VOTO

15 Dicembre 2021

Nel pomeriggio l’Assemblea regionale siciliana approverà l’ennesimo rinvio delle elezioni nei Liberi Consorzi e nelle Città Metropolitane. Salta dunque anche la data del 22 gennaio. Il disegno di legge, approvato ieri in Prima Commissione – prevede il commissariamento degli enti in questione fino al 31 agosto. Con il voto per il rinnovo dell’Ars nel mese di novembre è dunque evidente che la riforma delle ex Province regionale rimane un papocchio politico-istituzionale che segna uno dei punti più bassi della politica siciliana. Riforma-papocchio voluta fortemente dall’ex Presidente della Regione Rosario Crocetta. Riforma-papocchio che ha cancellato enti intermedi che avevano svolto il loro ruolo di coordinamento territoriale e d’intermediazione tra i Comuni e la stessa Regione. I Liberi Consorzi hanno vissuto e continueranno a vivere una condizione commissariale che ha dovuto fare i conti e continua a fare i conti con bilanci sempre più asfittici e piante organiche sempre più precarie. A fermare la macchina elettorale che si stava stancamente mettendo in moto per il 22 gennaio è stata una sentenza della Corte Costituzionale. La Prima Commissione ha fatto il punto ed indicato la questione aperta: la sentenza della Corte Costituzionale, numero 240/2021 del 7 dicembre scorso: “Tale sentenza, derivante da un giudizio promosso da un cittadino elettore siciliano avverso l’attuale disciplina normativa del sistema elettorale nelle Città Metropolitane, ha posto in dubbio la conformità ai principi costituzionali delle norme nazionali e regionali, che prevedono la coincidenza del sindaco metropolitano con il sindaco del Comune capoluogo della Città Metropolitana, rivolgendo un monito al legislatore affinché riveda il complessivo impianto della governance degli enti di area vasta”. Da qui il vulnus istituzionale anche se il ricorso è stato respinto dalla Consulta. E’ però necessario intervenire con nuove norme e di conseguenza non è possibile votare. Sul nuovo stop al voto di secondo livello – il corpo elettorale è formato da sindaci e consiglieri comunali – s’è fatto sentire il gruppo parlamentare all’Ars del Movimento Cinque Stelle: “Quella delle elezioni nelle ex Province è diventata ormai da tempo una barzelletta. Noi siamo stati da sempre contrari alle numerose proroghe che si sono susseguite nel tempo, ma la recente sentenza della Corte costituzionale complica una situazione già di per sé ingarbugliata”. Ed ancora: “L’incostituzionalità dell’analoga legge nazionale, la Delrio, nella parte in cui prevede che il sindaco metropolitano coincida col sindaco del Comune capoluogo, apre la strada a diversi scenari, ma soprattutto pone l’Assemblea regionale di fronte all’incombenza di definire una soluzione, in attesa che intervenga il legislatore nazionale. L’interesse del Movimento è, anzitutto, quello di restituire prima possibile la voce ai territori e porre fine alla stagione dei commissari. Questo però deve avvenire necessariamente in linea con le pronuncia della Consulta, che non può essere ignorata”.

 


				

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