SUPER CAMERA DI COMMERCIO, CINQUE SINDACI DICONO NO

9 Dicembre 2021

L’unione fa la forza. Ed in questo caso di forze ce ne vuole tanta, perché c’è da fermare un progetto nazionale che rischia di mettere in crisi le Camera di Commercio siciliane. In particolare quelle fanno riferimento ai territori di Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani. UnionCamere Sicilia ha già detto no alla super Camera. Ora c’è anche il no dei sindaci dei Comuni interessati con una lettera ai vertici istituzionali nazionali e regionali: “La  super Camera di Commercio che si vuole creare attraverso l’emendamento al Decreto
<<Sostegni Bis>> – scrivono i primi cittadini – rappresenta un conglomerato che nulla aggiunge alla necessità di fornire un supporto alle imprese presenti nei nostri territori. Unire le realtà territoriali di Ragusa e Siracusa con Caltanissetta, Agrigento e Trapani determinerebbe uno scompenso operativo destinato a creare danni alle attività produttive quando, invece, in questo momento, il nostro unico pensiero dovrebbe essere quello di sostenere le economie locali”. Non hanno dubbi i sindaci Peppe Cassì (Ragusa), Francesco Italia (Siracusa), Roberto Gambino (Caltanissetta), Francesco Micciché (Agrigento) e Giacomo Tranchida (Trapani. La strada intrapresa è sbagliata e l’emendamento dell’onorevole Stefania Prestigiacomo va fermato. I sindaci s’interrogano: “Magari l’intento sarà stato assolutamente lodevole ma quello che ne è venuto fuori è un mostro giuridico, oltre che operativo, che renderà impossibile la
vita delle nostre imprese. Il sistema camerale siciliano si ritrova inerme, a subire una decisione
adottata esclusivamente dalla politica, calata dall’alto senza alcun tipo di confronto con le imprese dei territori e le associazioni di categoria che le rappresentano. Mentre in precedenza l’aggregazione tra le Camere di Commercio era un atto voluto dalle forze economiche e produttive, adesso si trovano a prendere atto di un percorso delineato da soggetti terzi. Inutile rammentare quanto questa decisione di aggregare territori tra loro molto lontani sia senza fondamento, anche solo per la mancanza di infrastrutture adeguate che permettano di integrare diverse aree geografiche”. I cinque primi cittadini non si fermano alle critiche e fanno la loro controproposta: “Chiediamo alla politica nazionale, che ha creato questo groviglio inestricabile, di non dare seguito all’emendamento presentato dall’onorevole Prestigiacomo e di procedere lungo l’unica strada che, al momento, appare possibile, quella, cioè, del ritorno al passato ripristinando quindi gli accorpamenti tra Catania, Ragusa e Siracusa da un lato ed Agrigento, Caltanissetta e Trapani dall’altro”.

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