INTERROGAZIONE SUGLI OBIETTORI DI COSCIENZA NEGLI OSPEDALI SICILIANI. SANTANGELO: “LA LEGGE 194 VA APPLICATA”

11 Novembre 2021

Un primo passo. Importante, significativo. Frutto di un percorso culturale e di una strategia politica. Movimento Cinque Stelle, Pd e Liberi ed Uguali hanno presentato una interrogazione per chiedere al Ministero della Salute di “intervenire, nel rispetto delle proprie prerogative, per contenere l’eccesso di obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie siciliane e garantire il libero e pieno esercizio del diritto all’interruzione di gravidanza volontaria a tutte le donne dell’Isola”. Primo firmatario il senatore dei Cinque Stelle Maurizio Santangelo: “Ritengo si tratti di un’iniziativa doverosa per garantire la piena applicazione della legge 194 in tutto il territorio nazionale anche laddove i diritti e le prerogative ivi previsti in favore di tutte le donne rischiano di essere maggiormente sacrificati, come purtroppo avviene in larga parte del territorio siciliano”. Il parlamentare trapanese sottolinea che “l’iniziativa ha preso le mosse dal documento promosso dalla Rete Consultiva Provinciale Donne Trapani, che ha già ricevuto tantissime adesioni da parte di associazioni e cittadini e che adesso abbiamo deciso di portare in Parlamento e quindi all’attenzione del Ministero della Salute. È intollerabile che oggi in Sicilia ci siano tantissime strutture pubbliche o convenzionate prive di medici e di altro personale sanitario non obiettore e che quindi venga compressa la libertà di autodeterminazione delle donne siciliane garantita dal nostro ordinamento”. Nell’atto ispettivo viene indicata anche una soluzione operativa. “Ho sottolineato – ha aggiunto Santangelo – l’importanza che sia individuata, per ogni struttura pubblica e privata accreditata, una dotazione organica necessaria e adeguata prevedendo un numero minimo di medici e operatori non obiettori di coscienza anche per garantire la piena applicazione della legge 194/78 e scongiurare il rischio che molte donne, specialmente nella fascia di popolazione meno abbiente, facciano ricorso a strutture clandestine”. L’interrogazione è stata firmata tra gli altri dalla presidente del Gruppo Pd al Senato Simona Malpezzi e dalla presidente del gruppo Misto Loredana De Petris. Per la presidente della sezione trapanese dell’Unione Italiana Donne Valentina Colli “quello di portare a corretto dimensionamento gli obiettori di coscienza, come previsto dalla 194/78, è semplicemente un gesto di civiltà ed un atto dovuto per garantire un diritto sancito da una legge dello Stato: legge che non può essere aggirata o svuotata da convincimenti personali, seppur legittimi, ma che non hanno a che fare col diritto alla salute e all’autodeterminazione. Non si può attentare ad un diritto per affermarne un altro. Con la Rete Provinciale delle Donne di Trapani, abbiamo chiesto che la Regione Sicilia faccia proprio il provvedimento adottato da Zingaretti nella Regione Lazio”. La presidente dell’Assemblea provinciale del Ps Valentina Villabuona fa riferimento ai dati sul campo: “Nella nostra provincia c’è solo un medico non obiettore e questa situazione è simile se non peggiore nelle altre province siciliane, ecco perché il lavoro dei senatori, a cui sono certa si aggiungerà quello delle deputate alla Camera e dei parlamentari regionali è molto importante. Il lavoro fatto in queste settimane dalla Rete consultiva delle donne di Trapani è stato fondamentale per mettere in evidenza un problema grave che riguarda tutta la Sicilia. C’è bisogno di affrontare questo tema in modo serio perché l’applicazione corretta della 194/78 tutela la salute delle donne. Un diritto non è mai un eccesso ed è evidente che l’unica strada praticabile sia quella di indire concorsi per medici non obiettori, così come è avvenuto già in altre regioni italiane”. La Rete Consultiva delle donne di Trapani esprime tutta la sua soddisfazione per l’interrogazione parlamentare: “Reputiamo estremamente importante che l’interrogazione  chieda chiaramente quali azioni, il Ministro interrogato per quanto di propria competenza, intenda porre in essere per garantire la piena applicazione della legge 194/78 a partire dal potenziamento dei consultori e dalle campagne di informazione soprattutto nelle scuole, fra i mediatori culturali e nelle comunità straniere; se non intenda stanziare maggiori risorse volte a prevedere la presenza di centri di ascolto e sostegno psicologico nelle scuole con personale laico specializzato. Ed ancora se non intenda effettuare una verifica di tutti gli organici degli ospedali siciliani in relazione al numero di medici e anestesisti obiettori di coscienza. Crediamo che questo sia un primo passo per portare un tema così importante all’interno delle istituzioni e trovare una soluzione che tuteli la salute delle donne”. Altri dati che registrano una condizione di emergenza: “In Sicilia  il rapporto abitanti-consultori è ben lontano sia da quanto previsto dalla legge regionale 21 del 24/07/78 – che prevede un consultorio ogni 20.000 abitanti – sia dalla media nazionale. Inoltre, cinque ginecologi su sei sono obiettori di coscienza ed in relazione ai dati del 2019 il tasso dei medici obiettori era dell’85,8% e quello degli anestesisti è pari al 73,1%”.

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