“TRANCHIDA FACCIA UN PASSO INDIETRO”. SETTE FIRME PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI

28 Ottobre 2021

Un documento traversale. Sette firme “pesanti”. Politicamente pesanti. Ed un invito-richiesta al sindaco di Trapani Giacomo Tranchida: “Faccia un passo indietro e garantisca il diritto allo studio dei diversamente abili trapanesi. Le firme? Quelle di Piero Spina (segretario Cives),

Valentina Villabuona (presidente Assemblea provinciale Pd), Gaspare Gianformaggio (consigliere comunale), Francesca Trapani (consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle), Giuseppe Lipari, Domenico Ferrante e Claudia La Barbera, consiglieri del gruppo VIA. La nota prende spunto dalla scelta del sindaco di Salemi Domenico Venuti che, particolare di non poco conto, è anche segretario provinciale del Pd, stesso partito di Tranchida. Cosa ha fatto il primo cittadino salemitano? “Ha stanziato in bilancio – sottolinea la nota – i fondi per i diversamente abili gravissimi, garantendo così il loro diritto allo studio”. I firmatari della nota aggiungono che “la notizia della decisione del Comune di Salemi, che si aggiunge ad altri Comuni della nostra provincia, conferma i nostri dubbi sulla scelta dell’amministrazione trapanese. Dunque una soluzione per quei 100 bambini, che hanno già perso 44 giorni di scuola c’è!”. Da qui le domande: “Quali sono le reali ragioni per cui la giunta Tranchida non si orienta in tale direzione? E perché propende per un’alternativa che di concreto e di immediato non ha nulla, atteso che bisognerà attendere tempi lunghi, affinché il disegno di legge, ammesso che venga presentato all’Ars, possa essere approvato?”. I sette sottolineano che “la politica deve ritornare ad essere politica, deve essere in grado di confrontarsi con la realtà ed ha l’obbligo di trovare le soluzioni concrete. È chiaro che al netto della confusione normativa sul tema, la priorità è garantire il diritto allo studio a tutte le bambine e i bambini trapanesi, perché essere diversamente abili non è una colpa”. Tranchida viene chiamato a rivedere la sua decisione “confrontandosi con i tanti sindaci siciliani che hanno preso posizioni diverse dalla sua a tutela del diritto allo studio, perché arroccarsi in politica non è mai positivo, soprattutto se a farne le spese sono i più deboli. Chiediamo sin d’ora al Prefetto di aprire un tavolo di confronto per consentire la soluzione di un problema che non può attendere oltre”.

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