CASTELLAMMARE, ELETTO IL NUOVO VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO. L’AULA SCEGLIE D’AGUANNO

19 Ottobre 2021

Il consiglio comunale di Castellammare del Golfo ha il suo nuovo vicepresidente. E’ stato eletto il rappresentante della minoranza Giovanni D’Aguanno. La seconda carica consiliare è, per statuto, appannaggio dell’opposizione. La maggioranza che sostiene il sindaco Nicola Rizzo ha dovuto prendere atto della volontà della controparte politica. In due precedenti votazioni aveva infatti cercato d’imporsi sulla scelta della minoranza votando il neo consigliere Antonio Mercadante – entrato in consiglio dopo le dimissioni di Marilena Titola che era anche vicepresidente dell’assemblea consiliare – che però non ha accettato la carica. Da qui una pausa di riflessione che ha portato a sciogliere il nodo della vicepresidenza nella seduta di ieri sera. D’Aguanno è stato eletto con 7 voti su 13, assenti i consiglieri Mistretta, Tesè e Como. Il neo vicepresidente ha messo subito le cose in chiaro sull’esito del voto: “Un ruolo importante lo hanno ricoperto i miei colleghi dell’opposizione consiliare, in maniera incondizionata ed intransigente hanno deciso di investire la mia persona nel ricoprire tale ruolo. Ovviamente ringrazio chi dalla maggioranza ha riposto in me fiducia ed anche chi ha deciso di non farlo. Sono sicuro che ognuno di noi ha scelto in maniera libera”. La matematica non è una opinione e D’Aguanno ha potuto fare bene i conti. L’opposizione poteva mettere in campo 4 voti ed è quello che ha fatto. Di conseguenza dalla maggioranza sono arrivati soltanto 3 voti. Il resto del voto dice infatti che si è concluso con 3 schede nulle e 2 bianche ed un voto alla consigliera di minoranza Lorena Di Gregorio. Augurio congiunto da parte del primo cittadino e del presidente del consiglio Mario Di Filippi: “Auguri di buon lavoro al consigliere comunale Giovanni D’Aguanno che siamo certi affiancherà la presidenza con spirito di collaborazione e con proposte che mirano all’esclusivo interesse della nostra Castellammare, dimostrando che la politica è bene comune e non appartenenza. L’elezione è anche un segnale di distensione tra maggioranza e minoranza auspicando che tale clima possa perdurare”.

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