TRAPANI, L’ASSISTENZA AGLI STUDENTI DISABILI TRA LEGGI, PARERI E POLEMICHE

9 Ottobre 2021

La vicenda dell’assistenza agli studenti disabili è un pasticcio. All’italiana. Leggi, contro leggi, circolari, competenze che fanno il giro del tavolo per tornare al punto di partenza. E’ anche una vicenda scomoda, triste, perché si sta parlando di giovani che hanno già più di una difficoltà ad andare avanti, di famiglie spesso chiamate a sacrifici inenarrabili per garantire un standard di vita adeguato a chi sicuramente non è tra i più fortunati in una società sempre più dura e chiusa in se stessa. E’ una vicenda di competenze. Ma anche di soldi. E quando di mezzo c’è sua maestà il denaro le cose quasi sempre si complicano. Ed infatti sono complicate. Perché la gestione dell’assistenza ha un costo, che incide nei bilanci di chi deve intervenire. Ha sicuramente inciso nei bilanci delle amministrazioni comunali. Trapani è un caso limite per il livello delle polemiche ma è una questione che riguarda tutta la Sicilia. Ecco cosa diceva il presidente di ANCI Sicilia Leoluca Orlando poco più di un anno fa: “Come ribadito dal parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa dell’8 maggio 2020 con il quale è stato definitivamente chiarito che anche in Sicilia la competenza in materia di erogazione del servizio igienico personale in favore degli alunni con disabilità permane in capo allo Stato, non esistono allo stato norme che possano giustificare l’intervento dei comuni nell’assistenza igienico-personale degli studenti con disabilità che frequentano le scuole comunali. Tale materia, infatti, risulta essere di competenza dell’Ufficio scolastico, dei dirigenti scolastici e del personale statale”. Orlando comunicava inoltre che l’Ufficio di Presidenza dell’ANCI Sicilia aveva sollecitato L’Ufficio Scolastico regionale “ad assicurare la funzionalità delle scuole  comunali e a garantire l’assistenza igienico-personale agli studenti con disabilità”. Breve inciso: le scuole primarie sono di competenza dei Comuni. Le medie secondarie delle ex Province. Tutto chiaro dopo il parere del CGA? Per nulla. Altro breve inciso: L’assistenza è di due livelli. Quelli di base e l’altro specialistico. Significativa anche la motivazione che ha portato il governo regionale a chiedere il parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa. L’assessore Antonio Scavone dichiarò alla stampa: “La richiesta di parere si è resa necessaria, per evitare un eventuale danno erariale, a seguito del conflitto tra due norme. Quella nazionale pone il servizio a carico delle scuole, quella siciliana in capo alla Regione”. Perché il caso di queste settimane, con Trapani nello zoom? Perché il servizio di assistenza, nel frattempo, è stato erogato dalla Regione che trasferiva le somme ai Comuni ed alle ex Province. Il parere del CGA ha però messo tutto in discussione. Se la competenza, come dice il Consiglio, è di competenza statale, la Regione ed a cascata gli enti locali, rischiano di essere chiamati in causa per danno erariale e soprattutto mettono in gioco i loro già fragili bilanci. I “rubinetti” con le risorse economiche non si sono chiusi subito dopo il parere del CGA. Il sindaco Giacomo Tranchida, sul punto, dà la sua versione dei fatti: “Il Comune di Trapani, in via sostitutiva, ha garantito il servizio de quo nel tempo e dalla data del pronunciamento del CGA fino al febbraio 2021 dando il tempo al sistema scolastico di formare il personale ATA. È stato poi chiarito che la Regione, con apposita legge, ha stanziato 4 milioni di euro in favore delle Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina, oltre che per i Liberi Consorzi, onde integrare tale servizio onerato in capo alle scuole statali con servizi aggiuntivi e migliorativi proposti dai dirigenti scolastici, tanto in ausilio allo Stato ed al sistema scolastico che si ritiene non soddisfacente”. Tranchida vuole però vederci chiaro ed a seguito delle polemiche politiche ma anche delle denunce di alcune famiglie di studenti disabili ha convocato, per lunedì prossimo, i dirigenti scolastici per capire quali sono le criticità. Ha anche chiesto una ispezione dell’Azienda sanitaria provinciale che finora si è ben guardata dall’intervenire. Il sindaco ha avuto anche qualche problema politico da risolvere. Dopo il dibattito in un consiglio straordinario c’era da approvare un documento, che non è stato votato, per mancanza del numero legale. Documento che invitava il sindaco ad intervenire immediatamente mettendo mano al portafoglio del Comune per riattivare il servizio. Documento che portava la firma anche di quattro consigliere della sua maggioranza: Grazia Spada, Laura Genco, Giulia Passalacqua e la più una, Anna Lisa Bianco. Il primo cittadino non l’ha presa bene ed ha “sfiduciato” politicamente le quattro rappresentanti della sua maggioranza. La linea Tranchida viene duramente contestata e messa in crisi dall’opposizione. La consigliera Anna Garuccio ha bocciato, una dopo l’altra, le argomentazioni del sindaco. La prima obiezione: “Il riconoscimento della divisione tra assistenza igienico personale di base, in capo agli Ata, e l’assistenza igienico personali di tipo specialistico, in capo al Comune”. Come dire, Tranchida fa di tutta l’erba un fascio senza distinguere tra attività e competenze relative alle attività di assistenza in questione. Divisione che ha fatto anche l’Ufficio Scolastico di Trapani confutando la scelta dell’amministratore di Palazzo d’Alì. C’è poi una questione in punta di diritto. Quello del CGA è comunque un parere. La consigliera Garuccio aggiunge un particolare: “Tranchida non scrive che l’ufficio legale del Comune ha dichiarato che il parere del Cga non è vincolante. Motivo per cui gli altri Comuni garantiscono il servizio”. L’esponente consiliare rimane sulle tracce delle dichiarazioni di Tranchida per farne emergere le contraddizioni e così l’elenco delle obiezioni si amplia: “Se il servizio è in capo allo Stato, come sostiene lui, e dunque alle scuole, come giustifica che il Governo regionale ha sovvenzionato le scuole in capo all’ex Provincia al fine di garantire il servizio? Il Comune dispone infatti di altre erogazioni”. Perché si tratta di servizi aggiuntivi e non primari, potrebbe replicare Tranchida che definisce la natura del finanziamento regionale. Garuccio chiama in causa anche l’ANCI. O meglio si chiede e soprattutto chiede a Tranchida perché l’Associazione dei Comuni non è ancora passata alla linea dura denunciando i Comuni che offrono il servizio visto che si parla di eventuale danno erariale? Il documento che l’aula non è riuscita a votare ripropone l’oggetto del contendere: “La differenza tra assistenza di base ai disabili che compete ai collaboratori scolastici, se formati, e l’assistenza specialistica igienico personale che, in quanto specialistica ed integrativa, va garantita solo agli alunni disabili gravi e gravissimi e di cui sono competenti gli Enti Locali”. Le firme dell’opposizione: Trapani, Ferrante, Lipari, Gianformaggio, Garuccio, quelle di maggioranza, Genco, Passalacqua, Bianco e Spada. Ed una conclusione, quella della consigliera Garuccio, che segna un’altra definitiva linea di confine: “Il parere reso dal CGA nel caso di specie non rientra nelle ipotesi di parere vincolante. Diverse sono invece le sentenze e le leggi che non essendo state abrogate sono ancora in vigore. Tanto è vero che gli altri Comuni siciliani continuano a garantire il servizio”.

 

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