L’udienza del Tar di Palermo è stata fissata per venerdì. Si tratta di una sorta di ultima spiaggia per la lista Centrali per la Sicilia – Sicilia Futura – IV. Lista collegata alla candidatura a sindaco di Giusy Bosco. Lista che ha come riferimento politico l’ex sindaco di Alcamo Giacomo Scala. Lista esclusa dalla competizione elettorale del 10 ed 11 ottobre. La Commissione ha posto tre paletti che si sono rilevati insormontabili. Da qui la necessità di ricorrere d’urgenza al Tar. Un primo rilievo rimanda alla raccolta delle firme per la sua presentazione. Non sono state raccolte perché la lista fa riferimento ad un gruppo parlamentare presente all’Ars: Sicilia Futura-Italia dei Valori. La Commissione è entrata nel merito della questione gruppo sottolineando che la delega – necessaria per presentare la lista – di Giuseppe Picciolo, segretario regionale di Sicilia Futura, era insufficiente. In prima battuta perché il gruppo all’Ars è composto da due forze, Sicilia Futura ed Italia Viva e di conseguenza Picciolo poteva dunque parlare e firmare soltanto in nome del suo movimento ed in seconda istanza, anche di fronte ad una interpretazione indicata come “estensiva” della rappresentanza di Picciolo subentrava un altro problema. Quale? Che Picciolo poteva delegare per nome e per conto di Sicilia Futura e di Italia Viva ma non aveva autorizzato nessuno ad affiancare altri simboli al contrassegno della sua forza politica. L’altro simbolo è quello di Centrali per la Sicilia. “I delegati invece – ha sostenuto la Commissione elettorale – hanno inserito in formato minuscolo il contrassegno Sicilia Futura-IV all’interno del più grande contrassegno Centrali per la Sicilia che, come dichiarato dal delegato Massimo Melodia, è un movimento politico-culturale”. Il ricorso al Tar confuta punto su punto la decisione della Commissione.
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