EMERGENZA INCENDI/1, MINISTRO CINGOLANI: “PREVENZIONE E CONTROLLO, ANCHE CON TECNOLOGIE INNOVATIVE”

7 Agosto 2021

L’emergenza incendi “vista” dal Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Una informativa al Parlamento (Camera dei Deputati) ha permesso di fare il punto sulle fiamme che hanno avvolto divere regioni italiane, con la Sicilia e la Sardegna, tristemente in prima linea. Il Ministro ha fornito all’Aula dati (Protezione Civile, Legambiente e Comando dei Carabinieri per la Tutela Ambientale) che disegnano le dinamiche che condizionano gli incendi e che riguardano ogni parte del Paese che può essere considerata a rischio. Cingolani ha preso spunto dal dossier dell’Associazione ambientalista per monitorare le cause degli incendi. Per il 57,4% si tratta di incendi dolosi. “Si vedono – ha sottolineato Cingolani – i punti d’innesco. Il 13,7% degli incendi è invece di natura colposa. “Mancanza di cultura nel bruciare le stoppie o nel fare piccoli incendi che finiscono fuori controllo”, gli esempi che il Ministro ha voluto indicare. Da qui un primo dato: “Oltre il 70% è dunque opera nostra”. Il 4,4% degli incendi viene invece classificato come indeterminato. Non si trova l’innesco, “ma qualcuno – ha aggiunto il Ministro – ha però buttato la cicca”. Il 22,5% viene indicato come non classificabile. “Ma qualcuno – ancora il Ministro – deve far partire la scintilla”. Meno del 2% degli incendi è di origine naturale: un esempio, quello di un fulmine. Dati che portano ad una prima sintesi: gli incendi sono determinati, nella maggior parte dei casi, da fenomeni antropici, gli effetti del cambiamento climatico incidono dunque poco. Riguardano la diminuzione dell’umidità media del terreno. E’ anche necessario tenere conto dei venti ad alta temperatura. Tuttavia, Cingolano, ha sottolineato che “l’autocombustione non avviene a 45 gradi ma a temperature più elevate”. Quindi gli effetti del cambiamento climatico possono soltanto favorire ma non determinare le emergenze già vissute e subite ancora in questi ultimi tempi. Quadro di riferimento che ha portato Cingolani a porre due questioni. La prima: “Se non si fa manutenzione dello strato basso e delle chiome, è evidente che, se c’è una scintilla, la propagazione delle fiamme e rapidissima”. Anche perché i venti si muovono con correnti ascensionali. Ed ancora: “C’è un problema di manutenzione dei territori e, ovviamente, un problema di civiltà, perché qui stiamo parlando di qualcuno che brucia”. Il Ministro definisce anche l’avvio di una controffensiva: “La prevenzione, il controllo, anche con tecnologie avanzate ed innovative, è fondamentale”. “La manutenzione dei territori – ha rimarcato – è fondamentale perché il primo miglioramento lo si potrebbe ottenere se noi avessimo delle zone di vuoto tra gli alberi dove la fiamma non si possa propagare rapidamente”.

Notizie Correlate