ANCI SICILIA, ORLANDO: “NUOVE NORME PER LE ESIGENZE FINANZIARIE DEI COMUNI”

4 Agosto 2021

I bilanci dei Comuni siciliani? Nella morsa sempre più stringente di norme che rischiano di portarli verso il dissesto. Sotto pressione per un’armonizzazione contabile che rischia di strangolarli. Un esempio concreto? Il Fondo Crediti di dubbia esigibilità, che obbliga ad accantonare risorse che rimangono ingessate nelle maglie degli strumenti finanziari. Una morsa a tenaglia se dall’altra parte a colpire ed a ridurre i margini di manovra delle amministrazioni c’è l’avanzo vincolato. Altre somme accantonate e che possono essere spese soltanto per una serie d’interventi e non per altri. Bilanci in tilt che devono fare i conti anche con le criticità nel sistema di riscossione dei tributi. Su questo punto c’è il rischio concreto di entrare nell’ipocrisia istituzionale ed amministrativa. I Comuni definiscono piani tariffari e “tasse” di competenza, ben sapendo che non riusciranno ad avere una riscossione adeguata anche se il servizio viene appaltato all’esterno. I cittadini – per diverse ed articolate motivazioni – sono sempre più “morosi” e non s’intravede alcun cambio di marcia a favore delle casse comunali. Comuni che stanno lanciando, da qualche tempo, un altro allarme rosso, quello dell’utilizzo dei fondi europei 2021-2027 e di quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza per affrontare gli effetti devastanti della pandemia. Negli uffici non ci sono le risorse umane per affrontare questa sfida che si annuncia decisiva per lo sviluppo d’interi territori. E’ necessario un reclutamento di personale qualificato in grado di consentire una svolta nella definizione dei progetti e nella richiesta dei relativi finanziamenti. Tanti, troppi, Comuni siciliani non sono in grado di essere al passo con le aspettative dei loro territori. Rimane poi aperto anche il capitolo della fiscalità di vantaggio, indicato, per il Sud, come un reale volano di crescita. Vertenze che potranno e dovranno essere affrontate uscendo dalla logica dell’emergenza, degli interventi legislativi-tampone. Sul punto il presidente dell’ANCI Sicilia Leoluca Orlando torna ad essere fiducioso dopo un vertice romano. Parla di svolta e di “un nuovo approccio sistemico e di prospettiva nei rapporti tra Comuni, Stato e Regione siciliana,  tanto sotto il profilo finanziario, quanto sotto il profilo organizzativo”. E’ la sintesi di un tavolo tecnico-politico che si è svolto nell’ambito della Conferenza Stato – Città – Autonomie Locali, che è stato convocato dalla Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese per affrontare le questioni finanziarie ed organizzative dei Comuni dell’Isola. Orlando traccia la linea di confine: “L’attuale quadro normativo appare insufficiente e inadeguato ed è la ragione per la quale l’ANCI Sicilia ha presentato una serie di richieste volte a superare le specifiche criticità che sono state elencate in maniera puntuale e dettagliata”. Da qui la strategia messa in campo: “In considerazione dell’avvio di tale percorso strettamente legato all’autonomia della Regione Siciliana è stato chiesto che la fissazione  del  termine per  l’approvazione dei bilanci di previsione  2021-2023 venga opportunamente e rigorosamente collegata ad un percorso riformatorio che, passando attraverso l’approvazione di norme transitorie, possa consentire un’adeguata armonizzazione dei rapporti Stato, Regione ed Enti locali in Sicilia. Si è ipotizzata quindi l’approvazione di  norme transitorie che siano in coerenza con il percorso che a regime si immagina debba caratterizzare il rapporto tra Stato, Regione ed Enti locali. Da questo punto di vista è importante il preannunciato coinvolgimento dell’intero Governo nazionale e della Commissione Paritetica”. Il presidente dell’ANCI Sicilia prova a “blindare” il processo riformatore: “L’avvio di  questo percorso conferma una grande attenzione nei confronti degli enti locali siciliani in virtù dello speciale statuto che non finiremo mai di ricordare essere una norma costituzionale ed in considerazione di esigenze perequative, che facciano riferimento alle condizioni economiche e sociali della Sicilia. Dalla ripetizione annuale di logiche di emergenza si è passati ad un approccio sistemico nei rapporti fra i vari livelli istituzionali”.

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