L’EX SENATORE D’ALI’ CONDANNATO A 6 ANNI PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA DOPO DUE ASSOLUZIONI

21 Luglio 2021

Al quarto capitolo della saga D’Alì è arrivata la condanna. La Cassazione gli ha inflitto 6 anni di carcere. Con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La Suprema Corte considera dunque l’ex senatore di Forza Italia vicino e contiguo a Cosa Nostra ed ai suoi boss più importanti: Matteo Messina Denaro, ancora latitante, Vincenzo Virga e Francesco Pace. Sono questi, in particolare, i nomi di spicco emersi in un rito abbreviato interminabile. La condanna è così arrivata dopo altri tre capitoli di una storia che rimane comunque una matassa intricata. Il primo è stato scritto nel settembre del 2013, quando Antonio D’Alì è stato assolto in primo grado. Assoluzione per i reati contestati ma successivi al 1994, mentre quelli prima del 1994 sono stati prescritti. L’appello, secondo capitolo, si è svolto nel settembre del 2016 ed anche in questo caso D’Alì è stato assolto con la stessa formula, con l’accusa che, come in primo grado, chiedeva la sua condanna a 7 anni e 4 mesi di carcere. A gennaio del 2018, terzo capitolo della saga, la Cassazione annulla l’assoluzione e rinvia ad un nuovo processo, che si è concluso oggi, scrivendo così il quarto capitolo di questa vicenda, con la condanna dell’ex senatore, tra l’altro interdetto dai pubblici uffici per 3 anni e chiamato a risarcire le associazioni antimafia che si sono costitute parte civile. L’ex parlamentare forzista ha scritto – nel suo caso subito – anche una saga minore, quella delle Misure di prevenzione perché ritenuto dalla Procura antimafia socialmente pericoloso. Richieste nel maggio 2017, con l’obbligo di dimora per 3 anni a Trapani nel 2019, poi revocato nello scorso mese di gennaio. Probabile – anzi scontato – un nuovo ricorso in Cassazione, in questo caso, per la prima volta, ad opera della difesa. Le responsabilità penali sono individuali ma è evidente che questa sentenza apre uno squarcio profondo ed impone una rilettura delle vicende trentennali della politica trapanese e non solo. D’Alì, oltre ad essere stato un leader locale, ha anche assunto cariche di governo come sottosegretario agli Interni.

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