La mozione di sfiducia contro il sindaco di Paceco Giuseppe Scarcella (nella foto) si ferma sui numeri. Non quelli per approvarla o respingerla. Ma per presentarla. E’ arrivata in aula con sei firme – Maria Basiricò, Biagio Martorana, Vito Bongiorno, Marilena Cognata, Salvatore Ricciardi e Salvatore Catalano -, che sarebbero insufficienti per poterla proporre. Su questo punto si è aperto il dibattito in aula ed è un confronto che si avvia a seguire l’esame delle procedure in punta di diritto. L’opposizione ritiene di aver fatto le cose secondo norma e che il calcolo dei due quinti del consiglio per presentare la mozione porta ad un minimo di sei firme, visto che l’aula è composta da 16 consiglieri. La matematica dice 6,4. Se si arrotonda per difetto, come sostiene e ribadisce la minoranza non c’è alcun problema per passare al confronto sulla mozione. In aula è invece emersa una diversa interpretazione della norma in questione. Il problema è stato posto dalla consigliera di maggioranza Rosalba Ranno, con un riscontro da parte degli uffici della segreteria generale del Comune. E’ stata infatti presa in considerazione una sentenza che alza l’asticella a 7 firme. Se così fosse non ci sarebbero più i numeri e di conseguenza l’oggetto del contendere. La questione dovrà essere approfondita ed ha già registrato la reazione della minoranza che sarebbe pronta a presentare un ricorso se non dovesse passare la linea delle 6 firme. C’è comunque un dato: la mozione non è stata discussa ed ancor meno è stata votata. E’ stata invece votata ed approvata la pregiudiziale della consigliera Ranno che, al momento, chiude la vicenda. Per essere approvata saranno comunque necessari 11 voti.
PACECO, LA MOZIONE DI SFIDUCIA “SOSPESA”. E’ UNA QUESTIONE DI NUMERI
5 Giugno 2021
Notizie Correlate